Basket / Cantù - Mariano
Giovedì 18 Novembre 2021
Cantù-Udine omaggio
a Gianni Corsolini
A nove mesi dalla sua scomparsa, avvenuta lo scorso 18 febbraio, le due società hanno deciso di rendergli omaggio
Cantù-Udine sarà il big match della nona giornata del campionato di A2, domenica 28. Ma sarà, anche, una partita che si giocherà nel ricordo del grande Gianni Corsolini. A nove mesi dalla sua scomparsa, avvenuta lo scorso 18 febbraio, le due società hanno deciso di rendergli omaggio.
Perché certamente il nome del dirigente è indissolubilmente legato al nome e alla città di Cantù. Ma, nel corso della sua lunga carriera, una delle tappe importanti è stata anche Udine.
Personaggio indimenticabile della pallacanestro italiana, guidato da un estro impareggiabile e da un’intelligenza cestistica più che rara, Corsolini ha attraversato il basket (termine che non amava troppo…, preferendogli di gran lunga l’equivalente in italiano) in tutti i ruoli. Specialmente in quelli di allenatore e dirigente.
Ha allenato la Pallacanestro Cantù a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, per un totale di 65 vittorie su 118 partite in campionato. Bolognese di nascita, nel 1957 era stato responsabile del settore giovanile della Virtus Bologna, ed era stato secondo di Vittorio Tracuzzi. Tra il 1960 ed il 1962 ha ricoperto un ruolo dirigenziale, sempre a Cantù.
Ma ha avuto una parentesi a Udine. Nel 1969 si è trasferito alla Pallalcesto Amatori Udine in qualità di general manager: fu importante, contribuendo ai primi anni di A1 dell’allora Associazione Pallacanestro Udinese, della quale l’attuale Apu (in A2 con Cantù) riprende l’acronimo.
E poi l’ultimo ciclo vincente a Cantù: tornato in veste di dirigente, ha fatto parte della società in grado di conquistare l’ultima Coppa europea, la Korac del 1991 vinta contro il Real Madrid. Un’esperienza conclusa nel 1996.
Persona che sapeva unire, è stato anche presidente di Legabasket dal 1977 al 1979, oltre che presidente per un decennio dal 1995 al 2005 dell’Usap, Unione Sindacale Allenatori Professionisti.
Meno fortunato il triennio 1966-1969 dell’Unione delle società di Pallacanestro Serie A, che voleva dare ai club quel ruolo che poi sarebbe diventato della Lega Basket. Tante esperienze gli sono valse l’inserimento nel 2009 nell’Italia Hall of Fame.
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