Basket / Cantù - Mariano
Domenica 17 Gennaio 2016
Carrozzine, la Coppa Italia
dopo tre anni torna a Cantù
Finale equilibrata ed avvincente a Varese: l’UnipolSai Briantea84 batte i rivali di sempre della Santa Lucia Roma
Dopo tre anni la Coppa Italia torna alla Briantea84. Sono dovute passare sette sconfitte consecutive contro Roma, sette delusioni iniziate dopo scudetto 2014, l’ultimo vinto da Cantù. Si dice che attraverso le maggiori sofferenze arrivano le più grandi vittorie.
È stato così anche a Varese, dove la finale tra UnipolSai e Santa Lucia è stata – al solito – una guerra per pochi. Only the braves. Solo i più coraggiosi. Qui non si tratta più di bravura, si sale di livello: c’è di mezzo la capacità di non mollare mai, di affondare e risalire. Qualità che abbondano in entrambe le formazioni, che negli ultimi hanno appassionato il basket in carrozzina italiano.
La maledizione si è infranta: gli uomini di Marco Bergna dopo molti tentativi e cadute sono riusciti a trovare la formula magica per spezzare l’incantesimo e tornare a sollevare un trofeo. La partita è finita 71-74 per la UnipolSai, di mezzo tutto quello che può accadere: canestri spettacolari, rabbia, sudore, urla e lacrime di gioia.
«Le lezioni ci sono bastate, prima della pausa natalizia è uscita la vera Briantea84, protagonista di una grande partita – sono le prime parole di Marco Bergna, tornato in questa stagione a Cantù dopo 4 anni di assenza -: anche se siamo andati sotto, i ragazzi hanno avuto una prova di carattere per emergere e portare a casa il risultato che volevamo. Sono stati 40’ di grande intensità, gioco forte: noi siamo riusciti a tenere la difesa fino alla fine, sfidando il Santa Lucia da fuori. Roma ha sbagliato qualche tiro, ma anche noi abbiamo avuto delle belle ripartenze. Sono orgoglioso di aver portato la Coppa Italia a Cantù, è stata dura ma la sensazione che provo sono indescrivibili. È un punto di partenza, la strada è ancora lunga ma oggi possiamo mettere un punto fermo sulle nostre capacità».
«Siamo stati troppo tempo senza una coppa – ha aggiunto il capitano Ian Sagar -. Siamo una squadra, nella prima parte della partita tutti i cinque giocatori in campo toccavano la palla prima di tirare, questo vuol dire creare intesa. Quando riusciamo a giocare insieme, è molto difficile difendere i nostri attacchi. Dedico questa vittoria al nostro presidente, a lui non piace non vincere, così ora può stare un po’ tranquillo, almeno fino allo scudetto».
La cronaca. Cavagnini-Sagar: palla a Roma. Santa Lucia subito a centro, Jordi Ruiz ci mette la faccia sganciando la prima caldissima bomba da 3 (2-3). Si ripete Matteo Cavagnini, sulla sirena Gaz Choudhry mette l’impossibile con un gancio disperato dalla distanza (4-6). Cavagnini non concede pietà e infila tutto quel che prova, la UnipolSai risponde con il sangue negli occhi e con Choudhry, Ruiz e Filippo Carossino si porta sul +2 (10-12). +
Il quarto regala spettacolo, Carossino va di en-plein dalla lunetta (14-10), la classe di Ahmed Raourahi punisce la UnipolSai con 6 punti consecutivi che portano i capitolini in regia sul 16-14. Alla prima sirena quarto in equilibrio sul 16 pari. Ancora Ruiz a segno con il centro che vale l’aggancio: 7 i punti per lo spagnolo dopo i primi 10’ di gioco.
Il secondo quarto si apre tutto nel segno di Cantù, Adolfo Berdun recupera il 6-0 firmato da capitan Sagar e Davide Schiera con la tripla del 19-22. Lo spagnolo in casacca numero 11 non perdona e porta i suoi sul +5 (19-24), Sofyane Mehiaoui mette il primo personale di questa finalissima ma è la UnipolSai a spingersi avanti piazzando un vantaggio di +8 (21-29), con Sagar e Carossino in gioco da tre.
Non ci sono equilibri quando in campo si affrontano Roma e Cantù: parziale capitolino di 6-0 con Mehiaoui, Berdun e Cavagnini e aggancio sul -2 ( 27-29), Bell e Sagar ristabiliscono ordine in campo siglando il +7 canturino (27-34). Non fallisce Berdun, implacabile cecchino dalla distanza (33-35), ma è Bell a mandare tutti a riposo con la retina del 33-37.
Alla ripresa coach Carlo Di Giusto rimescola le carte, in campo Beatrice Ion e Marco Stupenengo. Le distanze si accorciano, parziale romano di 8-0 e aggancio sul 41-41. Bell prova a riportare avanti i suoi, canestro e 2/2 dalla lunetta per il +4 canturino (41-45). Sagar non sbaglia (41-47), fallo di Berdun su Carossino (il terzo per l’argentino), e dalla lunetta arriva il +8 (41-49). Il quarto prosegue concitato, alla sirena tabellone sul 46-53.
L’apertura di quarto trova Roma in cabina di regia, Mehiaoui dalla lunetta, Cavagnini e Giulio Sanna ricuciono sul -2 (51-53). Roma riesce nell’impresa che fa quasi terrore, Cavagnini sigla l’aggancio sul 53-53. La UnipolSai riparte dalla lunetta, fallo di Mehiaoui su Ruiz che mette la pezza sul 53-56. Roma non molla, con Rossetti e Raourahi è ancora -1 (57-58). Sorpasso Santa Lucia quando mancano meno di 4’ da giocare, Santorelli manda Sanna in lunetta che mette il + 3 nelle mani di Roma (63-60).
Accorcia Bell (63-62), Ruiz sigla il +1. Niente è scritto, è un continuo scappare e prendersi per i capelli. Con Bell la UnipolSai torna a mettere qualcosa in cassaforte (67-70), Cavagnini urla un prepotente -1 (69-70). Una questione tra capitani: Sagar realizza il 69-72, Raourahi col solito giochetto da sotto canestro infila il 71-70. La svolta è nelle mani di Mehiaoui: fallo su Carossino che, dalla lunetta, si trova a decidere l’epilogo di quello che potrebbe essere un sogno. O un incubo. È magia: 2/2. Berdun prova la tripla ma questa volta non c’è storia.
La Coppa Italia torna a Cantù ( 71-74).
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