Caso no vax (e Johnson)
Incontro Leghe-governo
Cantù alla finestra per cercare di capire cosa fare con l’americano sospeso
Possibili schiarite in arrivo sul “caso Johnson” e, in generale, sulla possibilità che anche i giocatori di A2 possano presentare per allenarsi o giocare una partita ufficiale il solo green pass base, senza doversi vaccinare.
Oggi la Federbasket – ci saranno anche Figc, Fipav e le leghe collegate - è stata invitata dal Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, alla conferenza Stato-Regioni. Tra gli argomenti, anche il momento difficile del mondo dello sport, alle prese con l’obiettivo è la condivisione delle decisioni con i vertici dello sport italiano di punta. «È il momento dell’unità. Lo sport – ha detto la Vezzali – deve essere compatto, mettendo al sicuro la salute di atleti e tifosi e garantendo la regolarità dei campionati».
I temi caldi saranno le eventuali riduzioni delle capienze di stadi e palazzetti, ma sarà anche l’occasione per parlare di regole. Tra cui quella che interessa da vicino Cantù.
Il club non è l’unico in Italia a fare i conti con giocatori no-vax. Se in Brianza l’atteggiamento è di massima prudenza – anche ieri Johnson ha lavorato a parte, fuori dal gruppo squadra – in attesa di avere un quadro normativo certo (si punta all’equiparazione dei tesserati di A e A2), con l’atleta comunque non intenzionato ad andarsene a priori (ma a quanto pare nemmeno a vaccinarsi), in Romagna è esploso nei giorni scorsi il caso Hayes. L’americano non è in possesso di green pass rafforzato, nel fine settimana non si è allenato e ha chiesto di venire liberato dal contratto in essere con la società. Un problema che a Cantù, per ora, non c’è.
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