«C’è la fila da tutta Italia
per venire al Pgc»

Il responsabile tecnico della “cantera” canturina, Sergio Borghi, spiega i canoni di un progetto vincente.

I due scudetti giovanili vinti nelle ultime stagioni e la fantastica tripletta di finali nazionali centrata quest’anno (con un argento e un bronzo), ci dicono che Cantù e in particolare il Progetto Giovani Cantù sono tornati nell’élite del basket giovanile nazionale. Tanto che “per molti ragazzi di tutta Italia, venire a Cantù è la prima opzione” dice Sergio Borghi.

«È stata una stagione bellissima, con tre finali e due podi. Siamo contenti di quanto fatto: società e staff possono esserne orgogliosi» dichiara il responsabile tecnico del Pgc.

Il Pgc tra le prime società in Italia? «È difficile posizionarci. Ma sicuramente Cantù è tornata a essere un riferimento a livello nazionale. Questo però non ci fa cambiare il modo di lavorare: manteniamo la nostra linea. Dove l’obiettivo principale è far crescere i giocatori e gli allenatori, cercando sempre di salire di un gradino nella consapevolezza e nella formazione».

È stato detto che per raggiungere la Stella Azzurra Roma, bisogna colmare un gap di struttura fisica. «Da parte nostra quello che conta è la crescita organica di ogni atleta. Quindi non possiamo permetterci di sfruttare i ragazzi, per sovraccaricarli rispetto alla loro età. Abbiamo sì giocatori più tecnici che fisici, ma la loro crescita fisica si completerà a 20 anni: Abass è l’esempio. Per di più abbiamo uno staff di preparatori fisici e uno staff medico che tutti ci invidiano. Competere invece con società cosmopolite che hanno la finalità di vincere, è complesso. Se poi Stella Azzurra arriva prima e noi secondi, siamo più che contenti».

Antonio Visciglia va nei quadri della serie A, come lo sostituite? «La sua partenza è un momento importante. È un allenatore che ha fatto la storia del Pgc, conquistando risultati importantissimi sia sul campo che nella crescita dei singoli. Dunque non è facilmente rimpiazzabile. Però come lui era all’interno di uno staff, così ci sono altri tecnici nostri pronti e preparati. Stiamo definendo gli ultimi incastri. Di Giuliomaria ad esempio sarà l’assistente della serie C e avrà altri incarichi. Non ci saranno capi allenatori nuovi, ma integreremo con nuovi tecnici giovani». Ci saranno dei nuovi innesti di giocatori nel vivaio e nella foresteria? «Sì ci saranno dei nuovi arrivi dal territorio nazionale, ma li definiremo nei prossimi giorni. Ci siamo concentrati sulle annate più piccole cioè 2003, 2004 e 2005».

Gabriele Procida, stella del Pgc, è atteso dall’Europeo Under 18 e forse dalla panchina della serie A. «In questo momento è il giocatore più interessante del nostro settore giovanile. È un ragazzo meraviglioso ed è cresciuto con una serenità interiore e con una capacità di miglioramento giorno per giorno che ci hanno stupito. Aspettiamo di vederlo all’Europeo. Quanto alla serie A, stanno facendo delle valutazioni».

C’è un ragazzo che più di tutti si è valorizzato quest’anno? «Dico Dejan Bresolin. Per il lavoro svolto in continuità. La sua dimensione fisica la conosciamo, ma per impatto tecnico è quello più migliorato. E di questo deve averne consapevolezza».

Obiettivi della prossima stagione? «Under 18 e Under 16 sono due squadre importanti. Ma con tutte vogliamo migliorarci e mantenere uno standard elevato. Però il nostro primo obiettivo sarà mettere dei dubbi nello staff della serie A. Sarebbe il nostro orgoglio portare qualcuno in serie A, e lavoriamo per quello».

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