Da Ros: terzo “straniero” di Cantù
«E se c’è da segnare, io sono qui»

L’ex Trieste si sta rivelando come uno dei migliori di quest’avvio

Due su due per Cantù: una partenza lanciata, che non si vedeva da anni. Per le statistiche, lo scorso anno l’impresa riuscì solo una volta, a inizio campionato, facendo prevedere tutt’altro esito, quando Cantù infilò alla seconda e alla terza giornata due vittorie di fila contro Pesaro e Varese.

Ora il quadro è diverso, Cantù deve lottare per vincere. Ma il primo successo fuori casa è sempre beneaugurante. Non solo.

«Vittoria importante»

Per Matteo Da Ros, assoluto protagonista di questo inizio di stagione, è addirittura fondamentale: «Tutte le vittorie sono importanti, specialmente nel periodo di costruzione della squadra e di quel castello di buone abitudini, necessarie quando si sta plasmando un gruppo nuovo, che fino a due mesi fa non si conosceva nemmeno. Aggiungo anche che abbiamo superato una squadra fino a domenica sulla cresta dell’onda, in un palazzetto pieno e contrario, che ci ha riportati per 40 minuti al periodo pre Covid».

Con l’occhio preparato di chi ne ha viste tante, Da Ros sa bene che il periodo di rodaggio non è ancora finito. Cose da sistemare, insomma, ancora ce ne sono: «Dobbiamo essere bravi, in campo, a creare un ambiente di lavoro più coinvolgente. Ma siamo sulla buona strada. Penso a Pistoia, sono stati tutti bravi, anche quelli che hanno segnato poco. Come Bayehe e Severini nel difendere su Johnson, oppure Cusin che ha dato un grande apporto in termini di comunicazione e blocchi, o Sergio con la sua determinazione. Chi si è alzato dalla panchina ha dato brillantezza ed energia, portando un tassello per la vittoria».

A Da Ros, la società ha chiesto tanto. Scendendo dalla serie A, gli sono state date (e se le è prese volentieri) leadership e peso specifico. La risposta? A lui che non ama troppo le statistiche, la media punti dice che alle spalle dei due Usa, c’è proprio lui con 13 punti a partita.

Ma è sotto gli occhi di tutti la sua efficacia negli assist, nel coinvolgimento dei compagni e della trasmissione di concetti al resto della squadra: «La squadra è stata pensata così, io faccio da tramite per semplificare le cose, mettendoci anche un po’ di leadership tecnica. Se poi c’è da attaccare, come da un po’ mi ha chiesto il coach, non mi tiro indietro. Fermo restando che non ambisco a segnare tanto, non mi fermo alle statistiche».

«Allen e Johnson fuori categoria»

Con un Da Ros tirato a lucido, due americani sopra le righe, chissà cosa potrà succedere quando tornerà disponibile anche Bucarelli…: «Il suo reinserimento dovrà essere graduale, visto che ha un fisico imponente, ma siamo felici che si stia riprendendo. Allen e Johnson sono fuori categoria: il primo a Pistoia non è mai uscito dalla partita, l’altro ha confermato la sua grande pericolosità in attacco».

Ora, l’ala milanese confida nel ritorno del pubblico a Desio: «I tifosi ci sostengono e questo calore si avverte. Io anche da avversario ho sempre apprezzato il tifo canturino. Rispettiamo la scelta dei tifosi di non entrare al palazzetto, ma li aspettiamo impazienti, perché non possiamo rinunciare al loro apporto durante le partite»

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