Fumagalli: «Cantù, ci siamo meritati
tutto quello che abbiamo conquistato»

Il team manager della Red October: «Dal primo giorno nessuno ha mai fatto mancare il massimo dell’impegno»

Il sabato detox del team manager della Red October è un torneo di pallavolo, con partite corte, anche se una dopo l’altra. In fondo è questo il suo secondo grande amore ed è da quel mondo che la Pallacanestro Cantù lo prelevò la scorsa estate.

Dall’A2 della Libertas del presidente Ambrogio Molteni alla A con i biancazzurri di Dmitry Gerasimenko: per Diego Fumagalli il cambio di palazzo - seppur di pochi metri e piuttosto doloroso - è stato comunque esaltante. E lui, come dodici mesi fa, lo sottolinea.

«Ho coronato il sogno, il massimo per un giovane sportivo: quello di lavorare per la squadra e la società del cuore. Cosa potevo chiedere di più? Ero strafelice allora, lo sono ancor di più adesso che è finita la mia prima stagione con questi colori».

Come si arriva al termine di una stagione di alti e bassi, colpi di scena e vittorie?

Piegato, forse sì. Ma anche carico e fortificato. Perché non potevo per alcun motivo lasciare

che le avversità prendessero il sopravvento.

E, specie all’inizio, di mari perigliosi ne avete navigati tanti...

Ma dal 13 agosto, primo giorno, al 17 maggio, l’ultimo, nessuno ha mai fatto mancare il

massimo dell’impegno. Anzi, spesso abbiamo dato anche di più. E proprio per questo vi dico

che tutto quello che abbiamo ottenuto - ovviamente, cosa più importante, sul campo, ma

anche fuori - ce lo siamo meritati, perchè siamo andati a prendercelo mai risparmiando

energie e mettendo la Pallacanestro Cantù davanti a ogni cosa.

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