Gerosa, ex triste a Sassari
«Cantù non meritava l’A2»

Parla uno degli assistenti di Pozzecco alla Dinamo

«Dire che sono dispiaciuto è riduttivo. Non riesco nemmeno a trovare le parole giuste per raccontare il mio stato d’animo per la retrocessione di Cantù…». Domani sera, al PalaBancoDesio, se la ritroverà da avversario. Non sarà la prima volta nelle vesti di ex per Giorgio Gerosa, ma stavolta sarà davvero una situazione particolare.

Secondo assistente di Pozzecco – che non ci sarà, sospeso per motivi disciplinari dal club – Gerosa ha iniziato la sua esperienza in panchina proprio come assistente a Cantù. Canzese, sarà una delle partite più difficili per lui. «In questo momento provo tristezza. Vedere Cantù retrocedere in un’annata in cui, oggettivamente, è stata parecchio sfortunata e sotto tanti punti di vista, mi fa davvero male».

Covid e non solo nella stagione che ha riportato Cantù in A2 dopo tanti anni: «Il virus ha bussato due volte, e già questa è una situazione non normale. E lo ha fatto “scientificamente”, in momenti cruciali della stagione. In particolare, la seconda “ondata” è stata devastante, perché ha minato l’ottimo lavoro di Bucchi, che stava davvero portando miglioramenti dal punto di vista del gioco e della classifica».

Quanto ha pesato il Covid, in particolare su Bucchi? «Lui è stato bravissimo, stava trasmettendo i propri concetti e la squadra stava ripartendo. Poi si sono fermati lui e Gaines: è difficile, ci siamo passati un po’ tutti. Per un coach è ancora peggio, perché è una situazione atipica, in cui non puoi far niente, se non restare inerme. E questo è terribile per un professionista».

La stagione è ormai agli sgoccioli, si parla del futuro e di quello che poteva essere deciso con largo anticipo: «Ne parlavo con Gioffrè, ds di Brindisi, proprio l’altra sera. Le retrocessioni andavano bloccate e c’è stato tempo per farlo. Si poteva tranquillamente studiare una formula che salvasse spettacolo e incassi, magari limitando l’utilizzo dei giovanissimi».

Tornando a Cantù, per Gerosa è una stagione «nata male per tutti, con una Supercoppa in mezzo alla preparazione. In più Cantù proprio non si meritava questo epilogo, perché continuo a essere convinto della bontà della rosa allestita da Della Fiori. Ha pescato un bel jolly con Johnson, ci sono state un paio di rivelazioni come Procida e Bayehe. Certo, il problema dei lunghi ha inciso un po’ troppo».

E Sassari? «A Desio dobbiamo vincere, per stare nei primi quattro e non è affatto una partita scontata come sarebbe facile credere. La favorita per lo scudetto? Dico Milano, anche per la vittoria dell’Eurolega. In quanto a me, sto facendo un percorso di crescita: le ambizioni sono sempre alte, com’è giusto che sia e mi piacerebbe continuare qua».

Non poteva mancare un passaggio su Pozzecco, il grande assente domani sera: «Il presidente è sempre lucido nelle sue decisioni, è una decisione che rispettiamo. La squadra è molto legata a Gianmarco, e viceversa, non si possono separare: a Brindisi è stata brava a giocare con grande professionalità, così come il “Poz” ad accettare la decisione del club».
L. Spo.

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