Giofrè resta canturino
«Ok salvezza del club»

Il ds di Brindisi giusto vent’anni fa iniziava la sua carriera nel basket professionistico all’interno dell’ufficio stampa della Pallacanestro Cantù

Giusto vent’anni fa iniziava la sua carriera nel basket professionistico all’interno dell’ufficio stampa della Pallacanestro Cantù. Una decina le stagioni trascorse nel club brianzolo in cui ha ricoperto anche il ruolo di scout e assistente general manager. Dopodiché l’approdo a Varese dapprima in veste di direttore scouting internazionale e successivamente di direttore sportivo. In seguito, general manager alla Virtus Roma e da quest’anno d.s. dell’Happy Casa Brindisi. Quella stessa Brindisi che lunedì sarà di scena al PalaBancoDesio per affrontare l’Acqua San Bernardo nel posticipo della sesta giornata di ritorno.

Confessi, Giofrè, da canturino qual è, come ha vissuto questi ultimi tormentati mesi del club

«Da canturino che ha a cuore la Pallacanestro Cantù ho vissuto questo periodo con grande apprensione. Da fuori non si capiva bene cosa stesse succedendo, leggevamo un po’ di tutto, dalle criticità iniziali ancor prima di Natale ai primi contatti con possibili nuovi acquirenti. Sembrava dovesse andare molto per le lunghe e dico la verità un po’ di preoccupazione serpeggiava.

Poi la bella notizia.

Quando quasi non ci si sperava più, ecco il colpo di scena. Un primo passo verso un lungo cammino questa unione di forze per riuscire a salvare il club per l’ennesima volta. Sono molto soddisfatto che i canturini si siano mossi per preservare un bene che appartiene a tutta la comunità e non soltanto al singolo proprietario che si succede di volta in volta. Del resto, a Cantù la pallacanestro è sempre stata un fattore culturale prima ancora che sportivo.

Previsioni?

«Non ne posso fare perché non conosco la situazione. Anzi, come forse un po’ tutti i tifosi di Cantù sono in attesa di scoprire quali saranno i progetti e se si materializzeranno quelle potenziali forze nuove di cui ho sentito parlare. Intanto mi sembra già importante che l’abbiano salvata questa gloriosa società».

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