Basket / Cantù - Mariano
Martedì 04 Gennaio 2022
Johnson, ottimismo
Ma con Treviglio è a rischio
Nessuna novità in casa Cantù: lo statunitense Robert Johnson non ha ancora sciolto le riserve sul vaccino
Nessuna novità in casa Cantù: lo statunitense Robert Johnson non ha ancora sciolto le riserve sul vaccino. Il giocatore è “no-vax” e dal 10 gennaio non potrà più partecipare alle attività della squadra, compresi anche gli allenamenti.
La società per ora non si sbilancia, è chiaro però che attenda una risposta in tempi brevi dal giocatore, o dal suo entourage. In questi giorni, stanno venendo a galla le posizioni di giocatori, anche di altri sport, contrari al vaccino. Nel calcio, c’è sicuramente un caso tra i tesserati della Roma, così come al Bologna. Tra i no vax di fatto, c’è anche il campione di tennis Novak Djokovic.
Il mutato quadro normativo, dopo l’entrata in vigore del Decreto Legge 229 del 30 dicembre, purtroppo non lascia molto spazio all’immaginazione per quanto riguarda gli sportivi professionisti: chi si è dimostrato tentennante o no-vax, a brevissimo non potrà più giocare. Anche la Federbasket, in una nota, ieri ha fatto chiarezza, ribadendo il concetto già noto: «In riferimento al Decreto Legge n.229 del 30 dicembre 2021, in materia di disposizioni restrittive a contrasto dell’attuale momento di grande diffusione del virus SARS-CoV-2, la FIP evidenzia che a partire dal 10 gennaio prossimo su tutto il territorio nazionale per l’accesso e l’utilizzo di servizi ed attività relative agli sport di squadra, sarà richiesto il Green Pass Rafforzato, ottenuto a seguito dell’avvenuto ciclo vaccinale od a seguito dell’avvenuta guarigione».
Sempre prendendo spunto dal Decreto Legge, la Fip ha chiari che «restano esenti da tale disposizione i minori di anni 12 ed i soggetti esclusi dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute. Inoltre trova immediata applicazione quanto disposto dal medesimo Decreto Legge, che limita al 35% la capienza degli spettatori in possesso di Green Pass Rafforzato per gli eventi sportivi al chiuso».
Per poi concludere che «saranno oggetto di attento monitoraggio da parte della Fip tutti gli ulteriori sviluppi normativi, volti a specificare nel dettaglio tutte le casistiche riferibili alla nostra disciplina».
Frase che, per il momento, non sembra comunque prevedere deroghe all’obbligo per i professionisti di essere in possesso della certificazione verde rafforzata per poter giocare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA