Lega Basket, assista Cantù
Gandini: «Valutiamo»

Ma la Federazione risponde subito: Nessuna modifica ai programmi iniziali e stabiliti

Cantù retrocessa sul campo, ma non è detta l’ultima parola. Anzi, c’è da scommettere che ne saranno dette molte altre da qui a luglio, quando la serie A si rimetterà in pista con le iscrizioni al prossimo campionato.

Intanto, dalle colonne del “Resto del Carlino”, arriva un inaspettato endorsment a favore di Cantù dal presidente di Lega, Umberto Gandini.

Partorito, a mo’ di botta e risposta, dopo le parole del presidente federale Gianni Petrucci che aveva escluso un blocco delle retrocessioni e che Cantù, al limite, sarebbe la prima interpellata nell’ipotesi di mancata iscrizione di una società tra quelle aventi diritto.

Così Gandini: «Il blocco delle retrocessioni non è stato bocciato perché non è mai stato portato in assemblea. Ci stiamo lavorando tuttora e fino al 30 giugno abbiamo la possibilità di tentare di non penalizzare Cantù». Sembra una risposta a Petrucci, ma Gandini è il primo a sapere che non basta la sua opinione o quella della Lega che rappresenta per cambiare il quadro della situazione: «È chiaro che spetta al consiglio federale decidere se intervenire o meno». Ma perché Cantù dovrebbe essere salvata? Per il presidente Gandini, che sposa questa linea da tempo, « chi è arrivato ultimo ha gli stessi meriti degli altri per aver giocato tutte le partite e per questo dovrebbe partecipare alla serie A anche l’anno prossimo».

Opinione nota, ma un’uscita così a chiare lettere a favore di Cantù non c’era mai stata prima d’ora. Che poi non è una presa di posizione per Cantù nello specifico – ci fosse stato chiunque altro le parole avrebbero avuto lo stesso tenore -, ma a sostegno di un’idea, di una presa di consapevolezza. Gandini sa cos’hanno passato le 15 squadre di serie A, sa a quali sacrifici economici – senza pubblico, con sponsor fuggiti e senza, come sempre, introiti dai diritti televisivi – abbiano potuto galleggiare tra mille difficoltà. E non è detto che l’annata da lacrime e sangue non sia l’anticamera di un’ecatombe al momento delle iscrizioni.

Cantù, ovviamente, non commenta e sta in una posizione non semplicissima di attesa. Sa che per almeno un mesetto ha pochissimo margine di azione. La fine dei playoff, che si concluderanno a metà giugno, potrebbe essere il punto di partenza per nuovi scenari. Quale potrebbe essere la formula per chiedere la “non retrocessione” o un ripescaggio d’ufficio per Cantù – poco cambia, la sostanza sarebbe Cantù in serie A – non è semplice da dire ora.

Di certo, l’idea di garantire un posto in A alle 15 squadre che l’hanno conclusa non è nuova e, dopo iniziali resistenze, ha trovato sempre più consorelle tra i club della massima serie, in una stagione in cui non sempre – per via soprattutto del Covid – si è giocato ad armi pari.

Cantù stessa, in tempi non sospetti, si era schierata a favore del blocco delle retrocessioni, ben prima dell’inizio del campionato. Ora, non può che attendere nel limbo di chi potrebbe affrontare una A senza troppe ambizioni, o una A2 potenzialmente da protagonista.

Replica

Intanto in serata la FIP ha emesso una nota ufficiale in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Lega Basket Umberto Gandini.

Chiusura totale a questa ipotesi da parte della Federbasket che ribadisce la decisione stabilita nel Consiglio Federale del 7 maggio di dare seguito ai format dei campionati stabiliti a luglio 2020: «La Federazione ribadisce che la stagione sportiva si concluderà con le regole d’ingaggio statuite».

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