«Macché Fortitudo, c’è solo Cantù. Sarò io il tuo protettore dell’area»

Basket Pini è pronto per la nuova avventura: «Sacchetti allenatore top, sa cosa posso dare». Un occhio al futuro: «L’A2 è lunga e imprevedibile, fondamentale sarà la chimica di squadra»

Quando il gioco si fa duro, ecco Giovanni Pini. È carico per la nuova avventura in maglia biancoblù il lungo classe ’92 ex Verona, ingaggiato nei giorni scorsi dall’Acqua S.Bernardo Cantù. Esperienza e fisico per Pini, che vanta un curriculum di prim’ordine tra A1 e A2.

Nel dettaglio: un’EuroChallenge nel 2014 e una finale scudetto nel 2016 con la Reggiana, una Supercoppa di A2 nel 2018 con la Fortitudo e ben tre promozioni in A1 (Reggio Emilia nel 2012, Bologna nel 2019 e Verona nel 2022). Nel mezzo il terzo posto in A1 e le semifinali playoff ad Avellino con gli ex biancoblù Pino Sacripanti in panchina e Joe Ragland in regia.

«Autentico uomo- squadra»

Al momento della firma coach Meo Sacchetti ha detto di lui: «Ho affrontato Pini in una finale scudetto, quando lui era a Reggio e io a Sassari. Ho il ricordo di un ragazzo che giocava per i suoi compagni, aspetto che ha saputo mantenere e sviluppare ancora di più nella sua carriera. Aggiungiamo al roster un profilo esperto e un autentico uomo-squadra».

E Pini, carpigiano di 205 centimetri per 100 chili, incassa i complimenti e ringrazia: «Mi fanno molto piacere queste parole di coach Sacchetti, vuol dire che iniziamo con il piede giusto - esordisce -. La sua parola è l’unica che ascolterò e le sue indicazioni saranno le più importanti. Stiamo parlando di un allenatore al top, che, pur non avendomi mai allenato, mi conosce bene e sa ciò che posso dare alla squadra». 

Giocatore fisico e grintoso, Pini è un lungo molto solido e presente in area, sia in fase offensiva che difensiva. «Mi piace giocare di movimento - continua -. Gioco molto senza palla, in modo da facilitare la fase offensiva dei miei compagni. Dietro mi ritengo un protettore dell’area. Le mie caratteristiche principali sono intensità e gioco duro». 

L’ex veronese promuove a pieni voti il roster che sta allestendo il general manager Alessandro Santoro. «È una squadra che conosco abbastanza bene, essendo formata da diversi giocatori con cui ho giocato contro parecchie volte - sottolinea -. Abbiamo grandi qualità tecniche e non vedo l’ora di conoscere i miei compagni. La base da cui comunicare è davvero molto buona. Dovremo costruire un percorso tecnico e di spogliatoio all’altezza».

Tra i compagni che Pini già conosce c’è Giovanni Severini, con cui ha condiviso gli anni ad Avellino e a Verona. «Sì, con Giovanni ci sentiamo spesso e siamo rimasti in ottimi rapporti - precisa -. Se mi ha parlato di Cantù? Certo, non solo adesso, ma anche l’anno scorso. Mi ha raccontato dell’ambiente, della società e della città, ma soprattutto del calore dei tifosi e della pressione che si vive in una piazza così importante e ambiziosa. Per me è stato facile scegliere».

«Saper colmare i vuoti»

Visto che lei è esperto di promozioni, cosa serve per centrare il salto in A1? «L’A2 è un campionato imprevedibile e lungo, in cui possono succedere tante cose, come ad esempio infortuni o problemi personali - puntualizza -. La chimica di squadra è fondamentale, perché durante la stagione possono esserci alti e bassi. È qui che si vede la vera squadra, che deve sempre saper colmare i vuoti che si possono creare». 

Facciamo chiarezza, è vero che lei era in attesa di un’offerta per tornare alla Fortitudo? «No, non sono mai stato vicino alla Fortitudo e non ho avuto alcun tipo di contatto con loro - conclude -. Cantù è sempre stata la mia prima scelta. Non vedo l’ora di assaporare il calore del tifo canturino».

© RIPRODUZIONE RISERVATA