Basket / Cantù - Mariano
Mercoledì 29 Dicembre 2021
Oldoini, l’obiettivo non è cambiato
«Dare a Cantù quel che si merita»
Sta entrando nel vivo la settimana che porta alla sfida di domenica a Treviglio. L’assistente di Sodini: «Vogliamo vincere perché il primo posto sarebbe un riconoscimento»
«Treviglio? Vogliamo batterla, perché il primo posto al termine dell’andata sarebbe un riconoscimento del nostro lavoro, oltre che una bella soddisfazione». E tanto altro. Per Max Oldoini, assistente di coach Marco Sodini, la sfida contro i bergamaschi, potrebbe essere una sfida cruciale per tutta la stagione.
C’è una sconfitta in Supercoppa da “vendicare”, ma non solo: «È una partita importante per vedere quanto siamo maturati in questi mesi dopo lo scontro di settembre. Ma questo è solo un piccolo aspetto: noi dobbiamo pensare a noi, a migliorare gli alti e bassi visti in alcune partite, come nell’ultima: dopo un primo quarto bello e proficuo, la pausa che abbiamo avuto non ci è piaciuta. Naturalmente lavoriamo per togliere questi blackout, ma non è scontato farlo nel giro di pochi mesi».
«Campioni d’inverno»
Altri aspetti da sottolineare, per questa ultima di andata? «In caso di vittoria, saremo campioni d’inverno e ottimamente piazzati per la Coppa Italia: vuol dire magari poco, ma sono voci che contribuiscono a dare una spinta importante a livello motivazionale. E ovviamente farebbe piacere: si gioca per vincere, essere primi è una soddisfazione, un riconoscimento del lavoro. Anche se siamo ben consapevoli che consapevoli che l’obiettivo vero è a lunga scadenza…».
Intanto, la prima parte della stagione è praticamente in archivio. Per Oldoini il saldo è positivo, ma restano ancora punti da sistemare in una squadra forte, ma tutta nuova: «Cantù mi piace quando gioca insieme. Quando si passa la palla, diventa una squadra concreta, che non sta a guardare il rendimento dei singoli. Cantù, quando difende e gioca in cinque, è veramente solida e bella anche a vedersi».
«Siamo poco costanti»
Continuando a lavorare sui lati deboli. «I momenti di buio li abbiamo perché alcune volte siamo poco costanti nello stare insieme o perché gestiamo male i ritmi. Con dieci giocatori effettivi, non sempre è un meccanismo semplice. Tutti devono rendersi partecipi alla causa di Cantù, perché quello è l’obiettivo. L’importante è che quando un giocatore va in campo, produca qualcosa di positivo: non per forza punti, ma anche una palla recuperata, un assist, uno sfondamento preso, un tagliafuori, un rimbalzo contro un lungo. Queste sono le chiavi per essere ancora più solidi e concreti».
In tutto questo, l’assistente Oldoini come si pone? «Le pressioni ci sono, ma le ho avute anche in passato. Il lavoro però paga sempre. Per me, essere in mezzo a due allenatori-califfi come Sodini e Frates è un’opportunità, che ho voluto giocarmi modellandomi, con atteggiamento “camaleontico”, con il desiderio di migliorarmi sempre. Siamo allenatori di esperienza e abbiamo vissuto tutti casi particolari, situazioni complicate e diverse. Vogliamo però dare a Cantù quello che merita e faremo di tutto per arrivare all’obiettivo alto che ci siamo prefissati».
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