Allievi: «Ecco la mia Cantù 2.0: vittorie, tifo giovane e un’arena da sballo»

Presidente della Pallacanestro Cantù: «Un grande progetto e un brand che vuole ritornare a essere un’icona»

Il buon momento della squadra, le ambizioni e le speranze per il campionato. Ma anche i giovani, il rilancio del “brand” Pallacanestro Cantù e il palazzetto. È un Roberto Allievi sereno e ottimista. Il presidente della Pallacanestro Cantù ha parlato a 360 gradi del mondo S.Bernardo. Partendo dall’ultima, convincente, vittoria contro Piacenza.

Presidente, quanto serviva una vittoria così?

Quando abbiamo costruito la squadra, sapevamo bene di avere dieci giocatori, tutti importanti. Ci aspettavamo che arrivassero risultati, sia come impegno in campo, sia come qualità del gioco. A Piacenza c’è stata la dimostrazione che quando entriamo in campo con la consapevolezza di quello che siamo e che sappiamo fare, non dobbiamo aver paura di precluderci alcun risultato.

All’esterno è stato mandato un segnale ben preciso e forte…

Certo. Io però penso sempre e solo alla partita del giorno dopo ed è un invito che rivolgo sempre alla squadra: i playoff arriveranno. Ho sempre detto che tutti sono importanti e che da tutti i giocatori ci aspettiamo il rendimento massimo possibile. Se tutto questo si concretizzerà, come successo a Piacenza, allora potremmo ritenerci davvero soddisfatti. E saremo nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati

C’è però una nota stonata, l’infortunio di Stefanelli. Lo aspetterete?

Nell’ultimo mese è stato visitato dal nostro staff interno, dai più qualificati professionisti esterni, non ultimo dallo studio Meersseman. Mi dicono che la situazione stia migliorando, anche in funzione di tutte le procedure mediche a cui è stato sottoposto. Mi aspetto che in tempi brevi possa tornare a disposizione di coach Sacchetti.

Eccoci al coach. Che ne pensa?

Mi sono fatto un’idea molto positiva, è senza dubbio un allenatore preparato e di grande esperienza. Assomiglia un po’ a me: ha un approccio, passatemi il termine, un po’ paterno nei confronti della squadra. Per me, l’operato del coach è uno dei motivi per i quali stiamo crescendo: lo vedo nella squadra e nel rendimento dei singoli. Tutti lavorano insieme, si sta creando un’identità. E ognuno fa la propria parte.

Cinque conferme nella squadra e cinque nuovi giocatori. Che ne pensa dei nuovi arrivati?

Mi piacciono, li abbiamo scelti con grande attenzione per inserire nel nucleo dell’anno scorso, per compiere un salto di qualità. Però è ancora molto presto, c’è tutto un campionato ancora da giocare.

Che A2 ha ritrovato?

La “solita” A2, un campionato durissimo, con un livello di competizione molto alto. Non possiamo permetterci distrarci ora: abbiamo vinto una partita di 20 punti, non il campionato. Perché la distrazione, lo sappiamo molto bene, ci è costata il campionato l’anno scorso.

Cantù impegnata su più fronti. Come prosegue la ristrutturazione del debito?

Abbiamo pagato un anno di ammortamento, ne mancano cinque, ma è tutto sostenibile nel nostro bilancio. Chiuso il 2021/22 sostanzialmente in pareggio, vogliamo mantenere la filosofia di una proprietà diffusa. Per questo chiedo alle aziende del territorio dio sostenerci nel grande progetto della nuova arena.

A che punto siamo in Corso Europa?

A oggi l’asseveratore nominato dal Comune sta controllando che la documentazione sia in regola e dovrebbe completare il lavoro nelle prossime due settimane. Poi tutta la procedura passerà alla Provincia, che scriverà il bando definitivo. E quindi entro 60 giorni si potrebbe arrivare all’assegnazione all’associazione temporanea di impresa, a cui parteciperanno Cantù Next, Nessi&Maiocchi, Consonni Strade, A2A e Bennet.

Quanto è strategica la nuova arena nei vostri programmi?

Più che strategica, direi fondamentale: l’opera è totalmente finanziata, Asm Global sta già lavorando per creare le condizioni affinché la gestione della struttura sia sostenibile.

Come coinvolgerete gli sponsor?

Pallacanestro Cantù può essere per i nostri partner un elemento di gratificazione e di valorizzazione delle loro aziende. Vogliamo diventare una “B Corporation”, una qualifica che caratterizza chi, nella propria attività, dedica tempo e risorse al territorio, con iniziative che vadano a beneficio della collettività. Questa qualifica ci renderà più appetibili per future partnership commerciali.

Avete lanciato due progetti rivolti ai giovani, “Cantù for You” e “High School Canturnament”. Anche i ragazzi sono tornati al centro del progetto?

Da quando siamo andati a Desio, il pubblico giovane l’abbiamo perso o quasi e ne sentiamo la mancanza. Con queste iniziative rivolte alle società e alle scuole del territorio vogliamo riavvicinare i giovani. Ci piacerebbe che i ragazzi si riconoscessero nella Pallacanestro Cantù e che ci vedessero come un punto di riferimento di eccellenza nella comunità.

E su tutti questi temi, che sensazioni ha?

Belle, perché ho sempre più la percezione che i nostri sponsor, oltre ai soci di Tic, si sentano finalmente partecipi di un grande progetto, legato a un brand che vuole ritornare a essere un’icona della pallacanestro, come è stata per tanti anni.
L. Spo.

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