Burns&Cantù: sì. «Un club e una città davvero speciali»

Basket Una trattativa lampo e il ritorno del giocatore che aveva entusiasmato nel campionato 2017/2018: «Qui ho giocato una delle mie migliori pallacanestro»

Rieccolo. Sei anni dopo. Christian Burns è tornato alla Pallacanestro Cantù. Trattativa lampo, come abbiamo riferito sul giornale di ieri. Tra idea, sondaggi, colloqui tra le società e accordo sono passati poco più di tre giorni. Con un’accelerata decisiva venerdì in tarda serata, la rescissione del contratto con la Germani Brescia ieri mattina, il gentleman agreement tra i vertici delle due società e l’annuncio di Cantù.

Sono parole al cachemire quelle che l’Acqua S. Bernardo ha riservato per l’ala pivot quasi trentottenne. Soprattutto sono concetti di affetto sincero quelli dedicati dal general manager brianzolo, Alessandro Santoro, al cavallo di ritorno dopo la magnifica esperienza del 2017/18.

Lui e Santoro

I due, in Italia, si sono già incrociati: a Montegranaro prima e a Brescia (due volte) poi. Si conoscono bene, si stimano e si rispettano. Quando sul display dello smartphone è comparso il numero dell’ex capitano della Viola Reggio Emilia, Burns non l’ha lasciato squillare. E ha colto l’occasione. A questo punto della carriera, se passo all’indietro (dalla serie A all’A2) andava fatto, l’unica ragione sarebbe dovuta essere per il ritorno in Brianza.

Ed è lo stesso giocatore - che ha firmato un biennale - a confermarlo. «Non potrei essere più entusiasta – commenta Christian Burns – di aiutare Cantù a raggiungere i suoi obiettivi. Sono onorato di far parte di qualcosa di così speciale e sono felice di tornare in una città e in una società dove ho giocato una delle migliori pallacanestro della mia vita».

Una stagione, quella a cui fa riferimento, il naturalizzato (per matrimonio) italiano che fu clamorosa. I tifosi canturini la ricorderanno soprattutto per il successo, in maglia Mia, a Firenze nei quarti di finale di Coppa Italia contro l’Olimpia Milano, grazie a una squadra eroica e a pezzi, guidata da coach Marco Sodini costretto a zigzagare tra gli infortunati: 107-85, con 14 punti di Burns.

Lo stesso giocatore, invece, quel campionato non se lo scorderà per i 14.2 punti di media e il primato nelle speciali classifiche di serie A alla voce rimbalzi (10) e valutazione (25.4). Prestazioni che convinsero l’Olimpia Milano a ingaggiarlo nella stagione successiva, con l’episodio, a maggio nel finale, della sospensione per positività a un metabolita del Clostebol, prima del totale proscioglimento da parte del Tribunale Nazionale Antidoping.

In forma splendida

Come arriva, adesso, Burns a Cantù? In forma splendida, reduce da una lunga stagione con la Germani, culminata con l’incredibile successo nella Final Eight di Coppa Italia e contraddistinta da un buon cammino sia in campionato sia in Europa. E ad aiutarlo, questa volta, potrebbe essere il fatto di giocare una sola volta a settimana, con maggiori tempi di recupero tra una partita e l’altra, per un’annata che - e lo abbiamo visto nelle ultime due - si surriscalda solo durante i playoff, con gli impegni ravvicinatissimi.

Porterà di sicuro, il giocatore con doppio passaporto, tanta atleticità vicino a canestro (ed è quello che chiedeva Sacchetti) con la possibilità di costruirsi uno contro uno e attaccare direttamente il ferro. Servirà sia da centro sia da ala forte e in questo caso è completamente intercambiabile con Filippo Baldi Rossi, altra bella dose di esperienza al servizio della squadra.

Bisognerà ora vedere quali saranno le scelte, in fatto di stranieri, della società. Un americano Cantù ce l’ha già e la cosa più bella è che giocherà da... italiano. Quindi non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che uno degli altri due sarà un piccolo (play o combo guardia), mentre per l’altra scelte le idee del momento porterebbero a un lungo. Identikit? Un “quattro e mezzo” atletico e fisico, che possa giocare nei due ruoli, affiancato, a turno, da Burns e Baldi Rossi, appunto. In un reparto che a quel punto avrebbe bisogno non necessariamente di un quarto senior, soprattutto se dietro - tra gli esterni - per il ruolo di play o guardia titolare sarà scelto un italiano.

In questo momento una cosa pare assodata. A meno di una presa clamorosa, la partita sugli stranieri quest’anno dovrebbe essere l’ultima a chiudersi. Senza fretta e con un budget già chiaro e per nulla banale per la categoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA