Cagnardi: «Ci metterò del mio. Ma quattro giorni sono pochi»

Tempo di presentazione: «L’imperativo è lavorare, lavorare, lavorare. Come stiamo già facendo»

Emozionato? Il giusto. Determinato? Ai livelli massimi. Devis Cagnardi sa quanto sia importante questo momento, potenzialmente una svolta anche per la sua carriera. Considerazioni che ha certamente fatto dentro di sé.

Perché all’esterno, quella «tempesta emotiva» che pure ha ammesso ci sia stata, si è trasformata in un buttarsi ancora di più sul lavoro. «Posso dire – ha esordito così il nuovo tecnico della S.Bernardo – che siamo molto concentrati sul lavoro, sul nostro esordio di sabato contro una squadra ben costruita e sul debutto in casa, ma in campo neutro, contro Treviglio. Il nostro focus è questo».

Cagnardi aggiorna sulla squadra e il suo stato d’animo: «Cerchiamo di non farci toccare, per quanto possibile, dalle ultime vicissitudini. Non è semplice per i ragazzi, per quanto mi riguarda sto cercando di essere impermeabile. Ora devo assumere la leadership di una squadra che ci sta dando molto: si prova a non farsi travolgere dall’emotività».

Non più di qualche giorno fa, ancora da vice, Cagnardi aveva detto che Cantù era un’opportunità. Ora, ancora di più: «Mi ero imposto di fare certe cose, ora il quadro è cambiato e la mia prospettiva diversa. Tutte le energie vanno in un’altra direzione e non c’è tempo per fare analisi diverse, ma solo per mettersi in campo per trovare unione e quadratura».

C’è anche curiosità su come Cagnardi vorrà giocare: «Mi riallaccio alla Supercoppa di A, con Banchi che vince e ringrazia Scariolo. Noi costruiamo abitudini e mettiamo le nostre idee, ma quattro giorni sono pochi. Si cavalca per ora quello che ritengo vada cavalcato per sabato, qualcosa di già conosciuto. Metterò del mio, ma tendenzialmente sfrutteremo le caratteristiche oggettive della squadra, che non dipendono dal tipo di gioco. Cremona sarà difficile anche per quello che è successo. Ma sarà un punto di inizio, per instradarci come vogliamo. Nel Dna di Cantù ci sono difesa e contropiede: avere una linea continua su aggressività, ritmo, appoggiandosi a una difesa forte, è una modalità di gioco che permette di avere costanza in un campionato complicato come la A2».

Per Cagnardi è un 2023 a mille all’ora: «Vero, sono diventato papà, ho ottenuto una salvezza ad Agrigento e ora mi ritrovo capoallenatore a Cantù. Ma cerco di non farmi travolgere troppo, per mantenere la lucidità, cambiando leggermente approccio in questa nuova veste. Non è nemmeno semplice parlare dopo un esonero: è un momento tosto, in cui stare sul pezzo e concentrarsi. Tutto va messo da parte: l’imperativo è lavorare, lavorare, lavorare. Come ho fatto lunedì sera in vista di Cremona».

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