Cagnardi: «La mia Cantù? Niente ansia, tanto arriverà»

Intervista Sulla gara con Treviglio: «È una partita importante e difficile, ma come lo saranno tutte»

«La Cantù di Cagnardi? Non ho ansia, arriverà. Intanto, mi fido dei giocatori e delle loro qualità». Lavori in corso a Cantù, direttore esecutivo coach Devis Cagnardi. C’è da fare un po’ di strada, per assimilare i dettami del nuovo allenatore. Dopo la vittoria di cuore a Cremona, si attendono progressi già domani, quando la S.Bernardo affronterà alle 20.30 Treviglio sul neutro di Casale Monferrato.

Benché in Piemonte, tecnicamente sarà la prima in casa di Cantù in campionato. E il fatto che sia contro Treviglio, un’attesa big del girone Verde, dà a tutto l’ambiente un po’ di frizzantezza: «È una partita importante e difficile, ma come lo saranno tutte – spiega il tecnico canturino -: dispiace non poterla giocare nel nostro palasport, ma sappiamo che il pubblico ci sarà e sarà importante. La squadra ha lavorato bene, il processo fisico e tecnico continua e posso dire che in settimana abbiamo visto meccanismi più oliati: abbiamo gestito un po’ i carichi e pensiamo di poter fare la miglior partita del momento».

Squadra in work in progress, senza il macigno della vittoria a tutti costi, ma con la consapevolezza che vincere anche in casa potrebbe dare una bella spinta: «Non ho grosse aspettative, ma abbiamo cercato di costruirci piccole certezze a cui ci attaccheremo. La partita presenterà delle difficoltà, contro squadra costruita per arrivare in fondo. Posso dire però di essere contento dello sforzo mentale e fisico, assoluto e totale, di tutti i ragazzi. Non c’è un tempo preciso per la “Cantù di Cagnardi”: non ho ansia, ma so che la squadra ha qualità individuali tecniche e fisiche grazie alle quali saprà sopperire all’eventuale mancanza di fluidità nei meccanismi».

Di fronte, ci sarà un Treviglio desiderosa di un immediato riscatto dopo il ko interno contro l’Urania: «Quando una squadra perde in casa, tende sempre ad avere una reazione. Contro Milano non è stato uno scivolone: se pensiamo che l’Urania sia a un livello inferiore rispetto a Treviglio, allora abbiamo capito poco. Treviglio ha avuto la forza e la capacità di recuperare 20 punti senza Cerella e Barbante. Insomma, starei attento a dare etichette. E vale anche per noi: è un concetto in cui non siamo entrati ancora definitivamente».

Possibili pericoli in vista? «Pacher e Guariglia lo possono essere. Ma penso a Vitali, maestro del pick and roll, a Giuri che se si accende può fare qualsiasi tipo partita o a Miaschi, leader offensivo. È vero che i lunghi fanno la tara, ma alternative e armi non mancano ai nostri avversari».

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