Cantù e il capo tifoso Baldi Rossi. In tribuna Sacripanti e Ludi

Al Pala Desio una rappresentanza del Calcio Como. Pino applaude Logan

Partita di lunedì sera, dopo una gara 1 stravinta contro un’avversaria che non richiama le folle. Ma, alla fine, ieri sera al PalaDesio non c’erano poi molti meno spettatori rispetto a sabato sera, quando è andato in scena il “D Day” del richiamo all’unità di intenti tra pubblico, squadra, staff e società.

C’erano i grandi habitué di Desio: una folta delegazione del Como – una decina in tutto tra dirigenti e giocatori -, capeggiata dal dg Carlalberto Ludi. Anche ieri sera c’era Pino Sacripanti: finito il campionato, sembra che non volersi nemmeno una partita di Cantù e dell’amato Logan, che gli ha dato una mano enorme a centrare la salvezza in serie A.

Forse c’è stata un po’ meno energia generale al palazzetto, questo sì. Non c’è stata quell’onda d’urto travolgente che ha sconquassato cuori e anime al primo giro contro Nardò. Meno volume sugli spalti, inizialmente. Anche la squadra ci ha messo un po’ a ingranare, un po’ messa alle corde dalle contromisure messe in atto da coach Di Carlo. Un po’ di fatica è emersa, ma siamo solo agli inizi.

Ma qualche scoria si compensa anche con l’atteggiamento e la carica. Come quella di Baldi Rossi, autentico capitano aggiunto di Cantù: nel secondo quarto Hunt dalla lunetta non prende né ferro, né tabellone su un tiro libero. E Baldi Rossi invita con ampi gesti tutto il pubblico ad applaudire: Hunt non sbaglierà il secondo. Quante volte, nel corso della partita, ha chiesto al pubblico di alzare i decibel. E quante volte lo ha infiammato con il suo tiro mortifero.

E Logan? Ci ha preso poco al tiro. Ma se è vero che ci dev’essere un protagonista diverso ogni volta, in gara 2 è toccato a Stefanelli prendersi più responsabilità al tiro.

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