
( foto butti)
Bucarelli, esterno dell’Acqua S. Bernardo: «Garantisco ai tifosi di restare il giocatore visto in questi due anni»
Avrà anche fatto «uno step a livello mentale» come dice lui. Lorenzo Bucarelli, oltreché un punto di forza della Pallacanestro Cantù, è pero uomo e giocatore maturo, più dei 25 anni. E lo dimostra in questa prima intervista da quando ha rinnovato il contratto. Firmato malgrado le tante tentazioni dell’ambiente.
Né personaggio, né coraggioso. Ho fatto la scelta giusta. Quella che mi sentivo di fare.
Ci siamo presi del tempo, è vero. Per riflettere e perché è sempre importante. Poi, alla fine, un passo avanti io, un rinforzino loro, si è arrivati dove volevamo arrivare.
Sì. Essere corteggiati fa piacere in tutti gli ambiti. L’importante è non prendere due di picche.
Sono sempre stato concentrato sulla scelta da fare. Guardarsi indietro e analizzare quello che è stato mi ha aiutato a ritenere questa opzione come la migliore.
Dal punto di vista tecnico, l’anno scorso con Meo (Sacchetti, il coach, ndr) è stato fondamentale. Ho fatto uno step mentale, e poi tecnico, non indifferente.
Sentirmi parte importante di un qualcosa di grande e in una piazza come Cantù è stata un’altra di quelle cose che mi hanno gratificato.
E neanche in maniera normale.
Stavamo tornando verso Milano per andare a Bergamo. Allora mi sono fermato all’area di servizio di Barberino del Mugello e ho sottoscritto il contratto.
Bisogna cominciare a pensare di lavorare per la nuova stagione. Cercando fin da subito la solidità di squadra e un po’ di continuità. Lo sappiamo bene, così come dovremo essere convinti di una sola cosa: servirà remare nella stessa direzione. Ed essere solidi, lo ripeto. Verona due anni fa e Pistoia l’anno scorso sono lì a dimostrarlo: non è detto che vinca la squadra più forte, lo fa quella che si è costruita una mentalità vincente. Per compattezza e solidità.
Non mi sento sinceramente specializzato in qualcosa di particolare, piuttosto uno che sa fare tante cose. Molto duttile. Poi ogni partita può finire in diversi modi, l’importante è che ci sia sempre la disponibilità di ognuno a sacrificarsi per gli altri.
C’è stata tanta incredulità. Penso che nemmeno i ragazzi di Pistoia potessero pensare di farcela in gara 5. Non mi sono isolato, ma mi sono accorto di avere la testa tra le nuvole. Quasi sotto choc.
No. Lì fu differente. E soffrii tantissimo, perché la batosta fu impressionante.
Assolutamente no. Il nostro capitano designato e naturale è Pippo (Baldi Rossi, ndr). Poi, in realtà, il grado vale quel che vale. Conta quello che uno può dare in campo e fuori.
Vero.
Chi può dirlo? Visti i risultati della stagione passata, essere in cinque che già ci si conosceva non ha funzionato. L’alchimia di squadra va costruita, giorno dopo giorno, situazione dopo situazione. È anche una questione di predisposizione. Avremo dei nuovi compagni, sarà nostro compito adattarci a loro, e loro dovranno fare lo stesso.
Lontano no, devo essere sincero. Perché i contatti ci sono sempre stati e perché ci siamo sempre sentiti. Poi è arrivata l’accelerata con la nuova offerta...
Un torneo veramente difficile, e lo abbiamo sperimentato. Che ogni volta regala sorprese, al di là del blasone.
Dal punto di vista personale, che continuerò a essere quello che hanno visto negli ultimi due anni e che cercherò di migliorare sempre, anche per onorare la storia del club e l’infinito amore dimostrato dalla nostra gente. E, a livello di squadra, direi... uguale. Si sta costruendo molto bene, con ottimi giocatori. A partire da “Ceso” (Luca Cesana, ndr), che conosco da una vita e con il quale ho giocato in tutte le Nazionali giovanili.
Arrivare convinti di non essere la prima scelta, ma essere una prima scelta nel gioco di squadra, non guardando minuti o altro, ma il meglio per tutti. Fare bene le cose a Cantù, sono convinto, non è come farle bene da altre parti.
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