Cantù si aspetta di trovare la sua gente

Basket I disastri di Gerasimenko, la pandemia, la retrocessione e la mancata promozione: dura per i tifosi. Ma adesso, dal ct Sacchetti, alla voglia di risalire, ci sono i motivi per andare a Desio: un esame importante

Dimentichiamoci le folle oceaniche degli anni in Eurolega, i pienoni di Desio o il sold out (record per Cantù) del derby contro Milano del 2018/19, che fece registrare 6.297 spettatori. Il PalaFitLine, nuova dicitura commerciale del PalaDesio da 6.300 posti a sedere, non si riempirà probabilmente mai nel corso della stagione regolare, in attesa – si spera – dei playoff.

Ma la S.Bernardo Cantù domenica alle 18 torna a Desio, per il debutto casalingo in campionato dopo la vittoria al PalaLido contro l’Urania Milano. L’avversario di turno sarà Rieti, ma non è certo il nome – nessuno, forse la sola Cremona – che potrà cambiare il dato delle presenze sugli spalti. Ben diverso, come ha dimostrato la scorsa stagione di A2, sarà il clima e il dato nella coda finale del campionato.

Test

Ma Cantù ora prova a (ri) attirare verso di sé il proprio pubblico. Un pubblico minato dagli eventi e dalle disavventure, oltre che da una logistica – l’impianto fuori città - che i canturini continuano a ritenere complicata. Ma non dimentichiamo cos’ha dovuto passare Cantù negli ultimi anni: un rischio sparizione scongiurato all’ultimo secondo, una pandemia, una retrocessione, l’assenza per scelta dell’anima calda del suo tifo e, in conclusione, una mancata promozione che invece sembrava alla portata, ma così non è stato. Durezza della serie A2.

La presentazione della squadra in piazza la scorsa settimana non è stata particolarmente partecipata – e si spera non sia un grosso indizio - ma il vero test è il campionato, non si scappa. E la prima prova d’affetto Cantù l’ha ricevuta alla prima trasferta. Comoda, ma pur sempre una trasferta, con oltre 200 tifosi al seguito.

Ora non resta che godersi la squadra in casa. Un’opportunità che circa 1.300 tifosi si sono voluti assicurare con l’abbonamento: è l’ultimo dato, che registra un’impennata nell’ultima settimana. E c’è tempo ancora oggi per acquistarlo, in sede dalle 17 alle 19.30 oppure on line fino a mezzanotte.

I motivi per vedere all’opera Cantù sono tanti. Il primo – e non può essere altrimenti – è certamente la curiosità. Con un solo incontro ufficiale disputato in casa contro l’Urania in Supercoppa, la gente ha voglia di vedere all’opera una squadra che Meo Sacchetti non ha ancora visto del tutto a sua immagine e somiglianza. Ma è chiaro che l’operato dell’ancora fresco ex ct della Nazionale non possa che essere una valida ragione per non prendere altri impegni domenica sera.

La squadra

E poi c’è la squadra. In parte confermata, in parte nuova. La gente vuole vedere, soprattutto, se la “lezione”, ossia un anno di A2 senza successi, sia realmente servita. E lo vorrà vedere subito, specialmente contro quelle squadre di seconda fascia contro cui Cantù lo scorso anno perse qualche punto di troppo. I giocatori ci sono: Stefanelli e un Da Ros da ritrovare al più presto tra i “vecchi”, Hunt e Baldi Rossi tra i nuovi, oltre al telentuoso Berdini sono i più attesi.

Sarà una partita – questo campionato – che si giocherà su due fronti. Quello sportivo e quello societario. Ultimato il risanamento dei conti, il club sta accelerando il “ritorno a casa”, con il progetto della nuova arena di Corso Europa: l’hastag è #Roadto24. Una missione in cui vorrà tutti i tifosi, dal primo all’ultimo, tutti vicini. Già da Cantù-Rieti.
L. Spo.

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