Effetto Cagnardi, ore decisive per plasmare Cantù

Novità «Ovvio che in questa situazione ci sia ancora il marchio di Meo Sacchetti. Io cercherò di mettere del mio, anche se il tempo è poco»

La speranza, nemmeno troppo nascosta, è ripetere quello «spettatore non pagante» quasi detto da Luca Banchi, l’altro giorno, dopo il successo in Supercoppa di A della Virtus Bologna. Con un «mi sento in dovere di ringraziare chi mi ha preceduto, Sergio Scariolo, che chiaramente ha grandissimi meriti nelle gare che abbiamo giocato qui. Io ho cercato da parte mia di non frenare questo flusso».

Nel suo piccolo - ma non troppo, data la vasta eco che ha avuto sul piano nazionale - Cantù sta vivendo la stessa situazione di Basket City, con un clamoroso avvincendamento a un niente dall’inizio della stagione.

Devis Cagnardi, il nuovo reggente, manco a dirlo spera di presentarsi ai microfoni nel post gara di Cremona contro la Juvi e ripetere sabato sera le stesse parole di Luca Banchi. D’altronde lo ha detto lui stesso, l’altra mattina durante la presentazione alla stampa. «Ovvio che in questa situazione ci sia ancora il marchio di Meo Sacchetti. Io cercherò di mettere del mio, anche se il tempo è poco», la sua riflessione ad alta voce.

E metterci del mio vuol dire fare entrare qualche concetto nuovo in questo gruppo. Magari partendo dal Dna canturino, ovvero grande difesa, aggressività massima, contropiede e transizione. Un pedigree in mostra, pur con qualche variazione, da 80 e rotti anni.

C’è da dire che, al di là di tutto, caratteristiche dei giocatori, con relativa propensione all’adattamento, e credo tecnico del nuovo coach fanno scopa con questa lunga tradizione, quindi già da dopodomani sera potremmo vedere qualche variazione sul tema non di poco conto.

Ci sta lavorando in questo momento lo staff, con Mattia Costacurta - prelevato direttamente dall’Under 17 del Progetto Giovani Cantù - che si è affiancato a Cagnardi e Tommi Sacchetti sotto le volte del PalaBlackCourth di Fabio Borghi. Al suo primo giro da assistente tra i grandi, “Costa” ha avuto la gran fortuna di esser preso per mano dal nuovo capo allenatore.

Che ha una propensione al lavoro di squadra, ma che sa anche da dove arriva e quindi non si spaventa, in questa prima fase, a fare un po’ da head coach e da vice contemporaneamente. Il tutto, ovviamente, per via della velocità con la quale si sono sviluppate le vicende delle ultime ore.

L’approccio

Di Cagnardi, per primo, è cambiato l’approccio. E non potrebbe essere altrimenti. Da una sorta di cuscinetto tra squadra e Sacchetti, così come è stato finora, ha dovuto ritirare fuori l’autorità del primo allenatore, che aveva riposto nel cassetto giusto qualche mese fa. Non che si pensi a un cambio repentino, ma anche quel ruolo di essere un po’ il confidente per i dubbi dei singoli adesso sarà ricoperto da qualcun altro.

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