L’altro ex di Cantù a Pistoia: è Sambugaro

La sfida A Cantù giocò una sola stagione, in serie A2, nell’ormai lontano 1994/’95.

C’è un altro ex a Pistoia, pronto – dalla tribuna – a dar battaglia a Cantù. Il canturino Nicola Brienza sarà in panchina ma, dagli spalti, a sostenere la squadra toscana ci sarà Marco Sambugaro, da quattro anni direttore sportivo di Pistoia.

A Cantù giocò una sola stagione, in serie A2, nell’ormai lontano 1994/’95.

La famosa annata della sconfitta in finale playoff in gara5 contro Arese (guidata da Fabrizio Frates). La famosa partita del tiro da 3 da 8 metri scagliato e realizzato da Capone, in faccia a Eros Buratti.

«Non per mettere le mani avanti, ma noi siamo la “cenerentola” del girone – ammette il dirigente, 52 anni -, perché stiamo affrontando squadre lunghe e ambiziose, costruite per il salto in serie A. Siamo oggettivamente un’outsider, ma felici di poterci confrontare con queste squadre».

Finora la seconda fase del campionato ha regalato solo sconfitte per Pistoia: «Il livello tecnico è molto elevato, nonostante questo in due occasioni abbiamo lottato punto a punto, perdendo solo negli ultimi possessi, magari dopo essere stati avanti. Il nostro obiettivo? Fare comunque bella figura, prepararci anche mentalmente ai playoff, giocare decisi così come vuole il nostro coach Brienza. E così faremo a Desio contro Cantù».

Nella sfida di tre settimane fa in Toscana, terminata 60-65, Pistoia disputò una partita di grande sostanza, sfiorando la vittoria: «Ma negli ultimi minuti Cantù uscì alla distanza, facendo emergere tutte le qualità del collettivo e dei singoli, dimostrando anche cinismo, a differenza nostra, nel momento-clou della sfida».

Viste tutte le squadre, Sambugaro non fa pronostici sulle possibili promozioni: «Credo sia un po’ riduttivo dire, nonostante qualche partita vinta in più, che le squadre che hanno disputato il girone Verde siano meglio di quelle in arrivo dal Rosso. Probabilmente ora sono un po’ più in forma. Penso a Treviglio, una squadra che mi ha impressionato per atteggiamento mentale e qualità. E non possiamo scordare chi è rimasto indietro, finendo nel girone sotto il nostro: come sottovalutare Udine?».

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