Lo splendore di Cantù in un libro

In libreria Stiamo parlando di “La nostra America”, di Dipollina. Gli anni d’oro del basket italiano” , che dedica spazio a Cantù

Non fosse un libro, curato benissimo e ottimamente scritto, verrebbe da definirlo un’autentica enciclopedia della pallacanestro. Un testo che - come dice la quarta di copertina - pagina dopo pagina racconta l’epopea di uno sport che viaggiava alla perfezione dentro il boom economico del nostro Paese.

Stiamo parlando di “La nostra America. Gli anni d’oro del basket italiano” (Hoepli nella collana Storie di sport, 283 pagine, 24, 90 euro), che il giornalista e critico televisivo a La Repubblica Antonio Dipollina ha voluto dedicare a una delle sue grandi passioni: la pallacanestro, appunto, quando a cavallo degli Anni Ottanta anche in Italia si preparava a diventare basket, sulla scia dello spettacolo e delle novità che arrivavano da Oltre Oceano.

E in un compendio così di alto livello, dalla grafica accattivante, non poteva mancare un pezzo, anzi un bel pezzo, di Pallacanestro Cantù. Società che ha fatto la storia del movimento, al pari delle altri grandi piazze (Milano, Bologna e Varese, tanto per sceglierne qualcuna tra le rivali) e che - direttamente e indirettamente - ricopre un ruolo fondamentale nell’opera di ricostruzione e testimonianza dell’autore.

Direttamente con i “figli suoi”, Pier Luigi Marzorati e Carlo Recalcati per primi, ma anche Valerio Bianchini che qui definitivamente entrò nell’olimpo. E indirettamente, con chi in Brianza è passato (Toni Cappellari, gm meteora ai tempi di Dmitry Gerasimenko, e Romeo Sacchetti, attuale allenatore della prima squadra) e con chi è stato più volte citato (il Gianni Corsolini dell’intervista al Charlie o i mastri del Pierlo, a cominciare dal “sciur Aldo” Allievi), per arrivare a quelli che hanno contributo a fare la storia (il Muro di Cantù, ad esempio, ma non solo).

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