Meo: «Si gioca per vincere. E prima viene la squadra»

Il tecnico Sacchetti non ha dubbi: «Voglio che quest’anno tutti migliorino. Perché sono solo i bravi giocatori a fare diventare grandi gli allenatori»

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Pillole di Meo Sacchetti, al primo giorno da capo allenatore della S.Bernardo Cantù. Un tecnico dal sorriso facile, dalla battuta pronta. E dalla saggezza che gli è universalmente riconosciuta. Sa cosa lo aspetta, sa che gli obiettivi sono importanti. E mica si nasconde, il coach di Altamura: «Senza giri di parole, si giocherà per vincere». Ma ci sono tante sfumature e tante modalità per arrivare a farlo.

Per esempio, una delle “mission” che il coach si è dato sarà quella di «migliorare i giocatori, perché sono sempre i giocatori a far diventare grandi gli allenatori. Mai visto nessuno vincere con giocatori scarsi… E quindi sì, spero che nei giocatori scatti una “molla” che li porti a migliorare individualmente».

«Mi ricordo con Oscar»

E, a tal proposito cita un aneddoto del passato: «Affrontai Oscar in amichevole, sapevo che quando palleggiava a sinistra avrebbe fatto un arresto e tiro. Invece, infilò una serie di semiganci. Mi disse che aveva lavorato per aggiungere anche questo movimento al suo repertorio. Parliamo di uno da oltre 30 punti di media…».

Sa di avere tra le mani un roster competitivo e sa bene che un altro dei compiti sarà gestirlo al meglio: «Tutti dovranno capire che viene prima la squadra. Ognuno dovrà capire che, a volte, ci saranno partite in cui serviranno 5’ in più da un determinato giocatore».

Un roster disegnato secondo le sue indicazioni: «Pensavamo che Bayehe restasse, avremmo preso un “4” Usa. Lui è andato via e abbiamo virato su Hunt, che ci dà fisicità, salti e corsa. Il play Rogic, di estrazione slava, sa fare bene un po’ di tutto e ha esperienza internazionale. Ha capito cos’è Cantù, altrimenti non sarebbe venuto. Spesso gli stranieri firmano senza conoscere nulla della loro destinazione. Mi ripeto: faremo capire a tutti cosa vuol dire giocare per Cantù, perché la storia non si compra, si fa».

Che squadra bisogna aspettarsi? «A me piacerebbe che la mia squadra riuscisse a correre sempre in campo aperto. Per fare questo occorre rubare palla e difendere forte. Mi piacerebbe creare situazioni importanti per i nostri tiratori e se sbagliano, non mi arrabbierò. Non scuserò invece un tuffo mancato su una palla che rotola. Le difficoltà non mancheranno, ma credo sia sempre meglio avere pressione rispetto a mancanza di attenzione».

E ancora: «Vorrei anche divertirmi e far divertire, posto che dobbiamo vincere. Ma da ct dell’Italia, nelle qualificazioni per le Olimpiadi, alcune volte stavo fermo a godermi la squadra».

«Berdini mi ha colpito»

Una squadra che dovrà rinunciare inizialmente al suo “cervello” Rogic, impegnato con la Croazia: «Sapevamo che c’era questa possibilità, ma ci adatteremo. Valuteremo le alternative e altri giocatori in quel ruolo. E vediamo Berdini, un giovane che mi ha colpito per la sua “garra”».

E, alla spicciolata, le ultime considerazioni: «Il capitano? Lo indica la squadra, mi dicono che potrebbe essere da Ros, per me va bene. Le favorite? Nel nostro girone noi, Treviglio e Vanoli Cremona, nell’altro girone Udine e certamente ci sarà una sorpresa».

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