Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Sabato 23 Luglio 2022
Pedretti, l’addio a Cantù e i suoi ricordi
Saluti «Mi sono trovato benissimo con tutti gli atleti con cui ho avuto modo di lavorare. Grandi Metta World Peace e Markoishvili»
«I momenti più belli a Cantù? Tantissimi». In 15 anni Oscar Pedretti ne ha vissute di emozioni a tinte biancoblù, tanti successi, ma anche qualche delusione. «Negli ultimi anni siamo retrocessi e poi abbiamo mancato di un soffio la promozione - conferma -. Mi è dispiaciuto tantissimo e ho vissuto entrambe le situazioni come un fallimento. Detto ciò, ho fatto il massimo possibile e non ho alcun tipo di rimpianto. Sono a posto con la coscienza, perché ho sempre dato tutto per Cantù».
Come assistente di Roberto “Sam” Bianchi nel 2012/2013 Pedretti ha vinto la Supercoppa Italiana. «La Supercoppa è qualcosa di indimenticabile, mentre con la Briantea84 ricordo gli scudetti e i tanti trofei che mi hanno dato una mentalità vincente - afferma -. Cantù è la città dove sono nato, qui ho conosciuto i miei idoli, ho calcato i parquet dell’Eurolega, ho vissuto finali di Coppa Italia e per lo scudetto. Da tutti gli atleti con cui ho lavorato ho imparato tantissimo, nel bene e nel male. Sono grato alla Pallacanestro Cantù per le tante opportunità che mi ha dato e per le magnifiche emozioni che mi ha fatto vivere».
Quali sono i giocatori che ricorda con maggiore affetto? «Mi sono trovato benissimo con tutti gli atleti con cui ho avuto modo di lavorare - puntualizza -. Se proprio devo fare dei nomi, ricordo ancora l’emozione del primo allenamento con Metta World Peace, è stato un orgoglio vivere quei giorni. Il giocatore con cui ho invece instaurato il rapporto di amicizia più profondo, è Manuchar Markoishvili, un grandissimo amico e una persona speciale. I rapporti comunque sono sempre stati buoni con tutti, al di là delle qualità tecniche questa è la cosa fondamentale».
Cosa ha significato per lei rappresentare Cantù? «Voleva dire essere un esempio e un modello nel portare in giro per l’Italia e l’Europa il nome della mia città - conclude -. La correttezza e la sportività sono alla base di tutto ed è quello che provo a insegnare a scuola riguardo ai valori dello sport e della vita».
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