Sacchetti: «Con Torino serve un altro approccio»

Intervista «Sta dimostrando una compattezza importante, coach Franco Ciani sta facendo un bel lavoro»

Cantù, dopo la vittoria dopo un supplementare contro la Stella Azzurra Roma nel turno infrasettimanale, affronta domani alle 17 la trasferta sul campo di Torino. Una città a cui coach Meo Sacchetti, è legatissimo. Tanto da dedicare un intero capitolo del suo libro “Il mio basket è di chi lo gioca”, al capoluogo piemontese. Un legame forte, non solo dal punto di vista professionale: «È una città che per me rappresenta tante cose. I miei figli sono nati a Torino, lì ho giocato due volte, quando ho smesso di giocare ho fatto il viceallenatore e l’allenatore. Non me ne vogliano i tifosi di Cantù, Torino e Varese sono due città che mi hanno dato tanto come giocatore. Lì trovo sempre qualcosa di importante nel mio passato: anche il mio esordio come ct della Nazionale è avvenuto a Torino».

Ora però Torino è “solo” una tappa importante del campionato di Cantù. Una rivale, probabilmente non solo per la sfida di domani ma per l’intero campionato. Perché la squadra piemontese, pur senza dirlo apertamente, punta come Cantù al ritorno in serie A. Ha un handicap pesante, quei 3 punti di penalizzazione decisi dalla Fip per un ritardo – di poche ore – nel pagamento della prima rata per l’iscrizione al campionato. Senza il -3, avrebbe 14 punti, come Treviglio.

È una squadra di valore, che ha però perso in trasferta a Rieti nel turno infrasettimanale di mercoledì: «È l’unica squadra che ha battuto Cremona – sottolinea coach Sacchetti -, e l’ha fatto in una situazione di emergenza. Sta dimostrando una compattezza importante, coach Franco Ciani sta facendo un bel lavoro. È una squadra quadrata che non dipende solo dal talento dei suoi stranieri, ma che trova risorse anche dagli italiani».

È quindi iscritta anche Torino al gran ballo per la promozione in serie A: «Ci sono anche loro. Per noi sarà un bellissimo banco di prova, voglio vedere come l’affronteremo dopo una prestazione che non mi ha entusiasmato. Servirà un approccio diverso, spero che questo sia ben chiaro anche ai giocatori».

Sacchetti, dopo la vittoria sudatissima contro la Stella Azzurra, si augura che la squadra abbia una reazione. E che non ci siano ulteriori passi indietro: «Abbiamo faticato a inizio stagione per crescere come squadra e i miglioramenti ci sono stati. L’atteggiamento contro Roma non mi è piaciuto: inconsciamente poteva sembrare una partita semplice. Ma quando sei sul campo, quei 5-10 minuti importanti li devi fare: abbiamo rischiato più di perderla che di vincerla».

In pratica, il coach si aspetta che i progressi vengano confermati: «Ci sono degli sbagli che non possiamo permetterci. Ho sempre sperato, fin dall’inizio, di vedere un po’ più di trasporto, ci stavamo anche riuscendo e vorrei non si disperdesse quanto fatto: spero di non vedere più brutte facce. Mi prendo anche la mia parte di colpe, se non ho trasmesso quello che avevo in mente. Forse avrei dovuto restringere un po’ le rotazioni».

Finale su Stefanelli, ancora un po’ indietro nella condizione: «Non è Superman, è ovvio che gli manchino ancora il passo e la reattività: è una cosa assolutamente normale per un giocatore che è stato fermo due mesi. Si ritroverà, ma non in tre giorni o una settimana».

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