Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Lunedì 10 Ottobre 2022
Sacchetti duro: «La peggio partita»
Il coach «A questa squadra manca il sorriso, non riesco a far passare questo concetto e spero di riuscirci alla fine»
«La peggiore partita dell’anno». Non usa mezzi termini coach Meo Sacchetti dopo la vittoria contro Rieti. Una vittoria larga, larghissima. Ma la prestazione, per l’allenatore della S.Bernardo Cantù, è stata da dimenticare. Troppe cose da risolvere, troppe cose che non sono funzionate. E quel punto – ormai è una costante nelle sue riflessioni – che torna sempre a galla: questa squadra non sorride. E a Sacchetti, proprio non va giù.
«Volevamo i due punti e ce li prendiamo – dice il tecnico canturino – ma nel complesso questa è la peggior prova dall’inizio della stagione. Eppure di lavoro ne è stato fatto, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più». Cosa non ha funzionato, è presto detto. Basta scorrere le statistiche: «Siamo andati molto male nei tiri liberi e nel tiro da 3 punti. Salvo solo il risultato questa volta. Mi spiace, i nostri giocatori hanno le qualità per far canestro, ma a un certo punto hanno avuto il “braccino corto”. Ma non si può avere paura se c’è un bel tiro da prendere».
Senza guardare troppo in casa d’altri e alla prestazione avversaria, Sacchetti si concentra sui suoi giocatori: «Guardo quello che abbiamo fatto noi, è vero che ci mancano due giocatori importanti come Stefanelli e Berdini, ma la struttura di questa squadra è assolutamente in grado di sopportare due assenze. Rieti ha pagato la mancanza del suo miglior attaccante, magari sarebbero stati in partita di più».
Costante delle considerazioni di Sacchetti, la mancanza di allegria: «A questa squadra manca il sorriso, non riesco a far passare questo concetto e spero di riuscirci alla fine. Ogni tanto mi giro e la panchina è morta. Ma servirebbe più partecipazione, giocare a basket è un piacere e credo che tutti debbano essere entusiasti di far parte di questo gruppo. Ogni tanto mi sembra che manchi questa componente e ormai lo sto dicendo da troppe volte».
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