Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Lunedì 12 Settembre 2022
Sacchetti striglia la squadra: «Voglio più sorrisi»
Il coach Vorrei vedere più sorrisi e facce positive, soprattutto quando le cose nel corso della partita non stanno andando bene
Il Meo Sacchetti che non ti aspetti, dopo una vittoria nella prima partita ufficiale della stagione, in Supercoppa contro l’Urania Milano.
Non è che sia poi così soddisfatto il coach: segno che vuole tenere comunque tutti sulla corda, o abile “bluff” di comunicazione per non illudere i tifosi, da vecchia volpe dei parquet?
Il coach però sembra davvero convinto nella sua analisi - e tanto basta per credergli - mentre mostrava chiaramente il suo poco entusiasmo dopo la vittoria.
«L’inizio è stato buono - spiega il coach biancoblù -, anche alla fine 3-4 minuti di difesa come dico io si sono visti. Ma su un punto c’è poco da discutere: dobbiamo lavorare ancora tanto, sotto tanti aspetti».
Non solo tecnici, a quanto pare: «Si gioca e si sbaglia, ma non voglio vedere facce abbattute in campo. Vorrei vedere più sorrisi e facce positive, soprattutto quando le cose nel corso della partita non stanno andando bene. I giocatori devono iniziare a parlarsi di più. Siamo ancora un po’ indietro sotto questo aspetto, speriamo di riuscire a far capire che questo fattore può aiutarci nei momenti di difficoltà».
Nei sogni di Sacchetti, la squadra dovrebbe andare velocemente al tiro dopo aver recuperato palla. Cosa che si è vista in parte: «Per pochi minuti l’abbiamo fatto, poi molto meno: dovremo farlo per più tempo. A me piacerebbe prendere la palla a rimbalzo e andare subito al tiro: siamo stati lenti, a tratti. Sembravamo dei giocatori di 40 anni, con tutto il rispetto per i giocatori di 40 anni. Certamente, anche per i meriti degli avversari, che hanno cercato di metterci in difficoltà con la loro fisicità».
Intanto, queste partite di Supercoppa hanno già un valore e sono un test importante in vista del campionato: «Teniamo molto a questa competizione, in cui il risultato alla fine un po’ conta. L’atteggiamento quindi comincia a essere importante: ecco perché mi preoccupa il fatto che con le due squadre di A affrontate, Olimpia Milano e Brescia, ho visto la giusta aggressività, mentre contro Cremona e Urania l’ho vista molto meno. Spero non sia una questione di sufficienza con cui si approcciano le partite, sarebbe pericolosissimo».
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