Tanta gente in piazza per seguire Cantù. Poi che delusione

La gente E’ iniziato tutto come una festa, come quelle domenicali al PalaDesio, ma all’aria aperta. Le stelle non sul parquet a dare spettacolo, ma sopra le teste

Una grande delusione, difficile da digerire per i canturini riunitisi in Piazza Garibaldi per vivere insieme la decisiva Gara 5 di finale, valida per la promozione in Serie A1. La prestazione opaca della squadra ha lasciato con l’amaro in bocca una città che ci ha creduto per tutto l’anno e che, negli ultimi giorni, non è mai riuscita a distogliere l’attenzione dall’appuntamento di ieri sera.

E’ iniziato tutto come una festa, come quelle domenicali al PalaDesio, ma all’aria aperta. Le stelle non sul parquet a dare spettacolo, ma sopra le teste, a rasserenare solo in parte l’ambiente teso per l’atto decisivo. Un popolo compatto attorno ai propri beniamini: oltre 1500 cuori, tra piazza e locali adiacenti, a supportare la battaglia, due soli colori, il bianco ed il blu, a unire tutti in un’unica passione. Davanti al maxischermo, chiesto a gran voce già nei minuti immediatamente successivi al successo in Gara 4, ma già da giorni nei piani dell’Amministrazione Comunale, la gente ha iniziato piano piano a radunarsi già per la cena, oltre un’ora prima della contesa.

I tifosi sono giunti anche da fuori Cantù, come in un doveroso pellegrinaggio. Tra di loro anche Antonio Biella, numero uno di Acqua S.Bernardo, il sindaco Alice Galbiati, il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Nicola Molteni, l’assessore allo Sport di Como Paolo Annoni, ma anche l’ex cestista Alex Acker, visto in Brianza nella stagione 2016-2017 con la maglia dell’allora Red October. L’atmosfera ha iniziato a scaldarsi soprattutto alla presentazione delle squadre, quando è partito il primo scrosciante applauso di incoraggiamento, seguito dall’inno nazionale e dal classico coro “Succederà che torneremo in A”.

Poi in alto le bandiere, aria alle trombette, fiato sospeso e tanta tensione, interrotta solo dai boati per i primi canestri dei giocatori canturini. Pochi, purtroppo, perché l’andamento della gara, già ben delineato dopo il primo quarto, ha lasciato presto spazio alla disillusione. Qualcuno ha abbandonato la piazza sconsolato già a metà secondo quarto, la maggior parte è rimasta fino in fondo, prima di un lento e triste esodo verso casa.

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