Pancotto: «Amo il mare, tifo Juventus
detesto l’ipocrisia, mi svenerei per i libri»

A tu per tu a 360 gradi con il nuovo allenatore della Pallacanestro Cantù.

Questa volta il basket resta ai margini. Sullo sfondo. Perché nonostante si stia parlando del nuovo coach della Pallacanestro Cantù, volevamo andare oltre il Cesare Pancotto decano degli allenatori italiani. Per provare a conoscere la persona un po’ più a fondo. Per capire cosa pensa e soprattutto cosa dice sé al di là della sua professione. E il tecnico marchigiano non si è sottratto, accettando l’invito di “giocare” un po’ con noi. E con voi. Avanti, dunque.

Tre aggettivi per definirsi?

Determinato, umile, ambizioso.

Il punto debole?

La testardaggine.

La parolaccia che dice più spesso?

Ne dico poche ma buone e le confesso solo al parroco.

Una cosa che la rende felice?

La gente che sorride.

Il primo pensiero al mattino?

Sarà una bella giornata.

L’ultimo pensiero della sera?

È stata una giornata che è valso la pena di vivere.

A che ora va a dormire?

Quando ho sonno.

Ultimo libro letto?

Leggo molto, mi piacciono i contenuti, non i titoli.

Dove vorrebbe vivere?

In Italia.

Film preferito?

I predatori dell’arca perduta.

Drink preferito?

Un bicchiere di buon rosso.

Piatto preferito?

Spaghetti alle vongole.

Il piatto che sa cucinare meglio?

I Quattro salti in padella.

Genere musicale?

Funky di qualità.

In vacanza dove e con chi?

Sardegna, Sicilia, Puglia, Stati Uniti. E poi Spagna con mia moglie e Grecia con gli amici.

Cosa le piace fare nel tempo libero se resta in casa?

Leggere e navigare sul web.

E se esce?

Frequentare amici, meglio se al ristorante sulla spiaggia.

Programmi televisivi preferiti?

Di informazione e, ovviamente, di sport.

Lo scrittore preferito?

Jostein Gaarder (norvegese, quello del Mondo di Sofia, ndr)

Per quale squadra di calcio tifa?

Juventus.

Altro sport amato oltre al basket?

Il calcio.

Tre pregi e tre difetti del suo carattere?

Il saggio diceva che i pregi li abbiamo davanti, mentre i difetti dietro le spalle.

Chi l’ ha ispirata nella sua carriera?

Gamba, Peterson, Bianchini: ho rubato idee un po’ da tutti.

Una frase o una citazione che non dimenticherà mai?

Se chiudi la porta all’errore, anche il successo resterà fuori.

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Mezzo pieno, ma va sempre rabboccato.

Caffè o te?

Caffè.

Un proverbio?

Meglio aver paura che buscarle.

Un concerto a cui vorrebbe assistere?

Avrei voluto essere a uno dei Beatles.

I tre oggetti dai quali non si separa mai?

Penna, quaderno, cellulare.

È superstizioso? Ha dei riti scaramantici che ripropone prima di ogni competizione o degli oggetti portafortuna?

Sì, ma non si dicono.

Cosa le piace collezionare?

Ho smesso di farlo.

Coperta o piumone?

Piumone.

In quale negozio azzererebbe la sua carta di credito?

In libreria.

Che lavoro facevano i suoi genitori?

Commercianti di pesce.

I suoi studi?

Un esame dalla laurea in Architettura.

Non avesse fatto l’allenatore quale altro mestiere le sarebbe piaciuto
fare?

Il coach.

Le caratteristiche del suo giocatore ideale?

Personalità per risolvere e capacità di migliorare gli altri.

Qual è l’allenatore ideale?

Quello che fa meno errori.

Il presidente ideale?

Quello che crede in te.

L’arbitro ideale?

Quello che conosce il gioco e usa la personalità per farti pensare alla partita.

Cantante preferito?

Due: Pino Daniele e Stevie Wonder.

Il libro che più le è piaciuto?

Il primo: Papillon.

L’attore/attrice preferito/a?

Robert De Niro e Julia Roberts.

Il film per eccellenza?

“Un americano a Roma” con Alberto Sordi.

Il giocatore italiano più forte che ha conosciuto?

Ne ho visti talmente tanti che faccio fatica a selezionarne soltanto uno

.

L’allenatore che più ha ammirato?

Željko Obradović in Europa, Pat Riley nel mondo.

La sua colazione?

Biscotti e cappuccino.

Un vino bianco e uno nero?

Verdicchio e Rosso Piceno.

Un ristorante stellato oppure una trattoria fuori mano?

Amo la trattoria, ma frequento lo stellato.

La sua vacanza ideale?

Al mare.

Il posto più bello in cui ha allenato?

Quindici città, una più bella dell’altra.

Cosa le dà più soddisfazione?

Rendere facili le cose difficili.

Cosa la fa più incazzare?

L’ipocrisia.

Prima, seconda o terza repubblica?

Amo guardare avanti e vedere migliorare le cose.

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