Basket / Cantù - Mariano
Giovedì 04 Giugno 2020
Pedretti: «Tanti mesi di stop
Bisogna ripartire dall’abc»
Parla il preparatore atletico della Pallacanestro Cantù
«Ai miei studenti, così come ai giocatori dico solo una cosa: cogliamo questa pausa forzata come un’opportunità, sfruttiamo il tempo a disposizione per lavorare sui dettagli». Le linee guida sono del “prof” Oscar Pedretti, preparatore fisico della Pallacanestro Cantù e docente alle scuole medie di Figino Serenza.
Ha dovuto reinventarsi, cominciando a smanettare con telefono e pc per poter raggiungere con videochat e similari la sua platea – giocatori e studenti – e continuare così, anche se con modalità atipiche, il proprio lavoro. Fatto di consigli tecnico-sportivi, ma anche di calore e supporto umano. Perché non di soli esercizi vive l’atleta professionista. «Per tutti – racconta Pedretti – questa è stata una situazione senza precedenti. Nella squadra percepivamo che sarebbe stato impossibile ripartire. Abbiamo anche lavorato con tutte le cautele, poi le sedute in palestra si sono interrotte. Ma abbiamo proseguito con suggerimenti per gli esercizi in videochat: nel primo periodo di lockdown, erano appuntamenti importanti per mantenere una certa vicinanza».
Ovviamente, senza una palestra a disposizione, ci si è dovuti inventare qualcosa: «Uno zainetto zavorrato, casse e bottiglie d’acqua, pesi elastici e manubri per chi li aveva, la cyclette. Da inizio maggio siamo riusciti anche a far un po’ di basket per chi aveva la possibilità di sfruttare un campo all’aperto. Ora siamo in attesa di capire se il nostro “Toto Caimi” potrà riaprire, per sedute individuali».
I giocatori rischiano di stare senza basket per sette mesi, se si considera che l’inizio del campionato è fissato a fine settembre. E i rischi di infortuni sono dietro l’angolo: «Nella prima giornata di calcio in Bundesliga, dopo la ripresa, ci sono stati otto infortuni. Il vero problema, per un atleta, è che l’inattività ha comportato in generale meno movimento. Servirà quindi una ripartenza ancora più graduale, perché a uno sportivo professionista non capita quasi mai di stare a casa per due mesi, nemmeno in caso di infortunio: muscoli e tendini sono le parti del corpo più a rischio, perché hanno un decadimento se non allenati».
L’ideale, per Pedretti, sarebbe allungare la preparazione in vista della prossima stagione: «L’anno scorso abbiamo lavorato sette settimane prima del campionato. Quest’anno sarebbe auspicabile aggiungere una settimana, per lavorare con calma anche sui particolari, magari quelli che si trascurano un po’».
In sintesi, è possibile che questa lunga pausa possa contribuire anche a migliorare alcuni aspetti: «Bisogna riprendere dall’abc. Senza la partita imminente, si può lavorare su situazioni non impattanti come il ball handling, le uscite, particolari tecnici, per poi riprendere con intensità sempre maggiore in vista delle necessità del gioco. Tutti i giocatori di Cantù hanno qualcosa da migliorare e i margini ci sono».
A proposito della San Bernardo-Cinelandia, anche Pedretti si allinea a chi sostiene che avrebbe potuto disputare un ottimo finale di stagione: «Le sensazioni erano quelle di una squadra in crescita. Con un solo impegno a settimana, senza stanchezza fisica e mentale, contando su un bel gruppo, c’erano tutti i presupposti per lottare per un posto nei playoff».n
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