Sacripanti, il nemico-amico
«Cantù è una squadra forte»

Il canturino torna oggi insieme ad Avellino: «È una tappa importante e impegnativa e la preparazione non è stata ottimale»

«Domenica torna Pino», dicono a Cantù. Come quando torna, di tanto in tanto, quel cugino, parente, figlio che se ne è andato tanto tempo fa. E Sacripanti, per Cantù, questo è. Le strade sono ormai separate, ma il legame è fortissimo. Tanto da farsi scappare, di tanto in tanto, qualche «noi» quando parla di Cantù.

Oggi Pino sarà in panchina, con la sua Sidigas, per provare a cancellare la Final Eight di Firenze, competizione che ha vista la sua squadra uscire subito contro Cremona. Il che ha portato qualche malumore nell’ambiente, nonostante il cammino della sua squadra sia più che invidiabile: prima con Venezia e Milano a 28 punti e due larghe vittorie in campionato contro Torino e Pistoia.

Il passaggio obbligato a Desio non è dei più comodi: «È una tappa importante e impegnativa e la preparazione non è stata ottimale. C’è stato un rientro poco fluido dei Nazionali, scaglionato, in più avremo fuori per infortunio N’Diaye per uno-due mesi e decideremo solo all’ultimo se schierare Fesenko. Senza i nostri due numeri “5” ci è venuto a mancare qualcosa in allenamento».

E pure Cantù, in quanto a infortunati, non è messa meglio di Avellino, senza Crosariol e con un Culpepper tutto da valutare in partita: «Stimo tanto Cantù e non mi aspetto una squadra strana ma forte. Ha un roster pieno di talento e con Smith ha trovato uno dei play più forti del campionato. E l’aggiunta di Ellis è interessante, lo vedo inserirsi bene tra Burns e Thomas. Infine, sono decisamente felice che Maspero e Parrillo siano perfettamente integrati e coinvolti in questa squadra».

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