Basket / Cantù - Mariano
Giovedì 18 Gennaio 2018
Sacripanti: «Sodini merita
E non dimentico Betti»
Intervista con l’allenatore canturino campione d’inverno con la Sidigas Avellino.
Una squadra sola al comando quando ormai è tramontato il girone d’andata. Ma non è Milano, come chiunque avrebbe potuto attendersi, bensì la Sidigas Avellino allenata dal canturino Stefano “Pino” Sacripanti.
Coach, è la prima volta che accade sia a lei sia ad Avellino di “girare” in testa.
«Una duplice soddisfazione.
In effetti, per quanto mi riguarda, al massimo avevo chiuso l’andata al secondo posto con Cantù e Caserta. Quanto al club, questa storica prima volta sta avendo particolare risalto in città».
Una squadra del Sud in vetta a metà campionato rappresenta una rarità quando non un’eccezione forse perché è più difficile riuscire a ottenere certi risultati nel Meridione?
«Non so se sia più difficile. Di sicuro è difficile in senso assoluto. Perché sono tante le avversarie di valore in questa serie A sempre più livellata verso l’alto a mio avviso. Essere primi fa piacere e per noi ha un profondo significato sotto il profilo della progettazione visto che già nelle due stagioni precedenti siamo stati tra i protagonisti».
C’è consapevolezza che potete arrivare fino in fondo?
«In squadra abbiamo giocatori che sanno prendersi responsabilità e che mostrano grande dedizione. Compatti possiamo lottare per un obiettivo comune anche se ci sono almeno un paio di squadre più strutturate di noi e con qualche giocatore in più di alto livello».
A chi allude?
«A Milano e a Venezia. E, nonostante l’attuale classifica, anche Sassari mi sembra potenzialmente all’altezza delle migliori».
Di Cantù, invece, che ci dice?
«Che Sodini è stato bravo a compattare la squadra proteggendola dai fattori esterni. Il suo è stato un lavoro innanzitutto psicologico, ma non trascurerei certo ciò che sta proponendo sotto il profilo tecnico. Quando l’attenzione è peraltro così tanto spostata sulle società, qualsiasi cosa faccia la squadra è sempre un qualcosa in più. Anche perché con meno pressione addosso giochi più leggero».
L’intervista integrale sulla Provincia di giovedì 18 gennaio
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