Sergio: «Una sfida in più
Ma noi siamo pronti»

«Ora le cose sono cambiate: non penso che la squadra sia in “pericolo” di perdere chissà cosa in campionato, ma dobbiamo lavorare»

«Perdere contro Treviglio ci può stare. I punti persi sono quelli in casa contro Piacenza: certe partite non si possono più sbagliare». È la “mission” lanciata dal capitano della S.Bernardo-Cinelandia Park, Luigi Sergio, per affrontare al meglio il girone di ritorno.

Il sorpasso al fotofinish da parte di Udine in testa alla classifica non ha certo fatto piacere, ma le priorità della squadra ora sono sicuramente altre. Prima tra tutte, la ricerca di un nuovo equilibrio senza il bomber della squadra, l’americano Robert Johnson, trasferitosi nel campionato polacco: «Abbiamo lavorato quattro mesi per creare un certo equilibrio, ma dieci giorni fa è cambiato il quadro. Robert, lo sappiamo tutti molto bene, ha dato un apporto importante nel girone di andata. Ora le cose sono cambiate: non penso che la squadra sia in “pericolo” di perdere chissà cosa in campionato, ma certamente c’è una sfida in più, ossia trovare dinamiche nuove, con minutaggi differenti per tutti».

Operazione non immediata, evidentemente: «Si poteva anche vincere a Treviglio, ma questi equilibri non si inventano in pochi giorni, il percorso è un po’ più lungo. Servirà del tempo, ma non vedo emergenze, ma solo la necessità di svolgere in palestra un grande lavoro. E la squadra ha nelle corde la capacità di adattarsi a una situazione differente».

Come si sostituisce il capocannoniere del campionato? «Ci sono 25-30’ di gioco da coprire, questo era più o meno l’impiego di Johnson a partita. Aumenteranno i minuti, così come le responsabilità nei punti, negli assist e nei rimbalzi: non sarà solo uno a dover fare tutto. Ne siamo del tutto consapevoli e siamo pronti alla sfida».

L’addio di Johnson, per certi versi inedito perché tutti erano contenti di lui e lui era contento della sua esperienza italiana, non è stato un fulmine a ciel sereno per la squadra.

Che, anzi, ha avuto anche tempo per provare a convincere l’americano a cambiare idea sul vaccino: «Siamo stati molto vicini a Robert. Fino all’ultimo abbiamo avuto la speranza che lui potesse restare, confidando o in un ripensamento oppure in un compromesso che permettesse ai giocatori di A2 di poter continuare a giocare anche senza vaccinazione. C’è stata grande coesione, lui stesso prima di Treviglio ci ha scritto per incoraggiarci. Dispiace tanto, perché perdiamo un compagno forte e un amico, ma rispettiamo la sua scelta. Forse, a Treviglio aver sperato in una soluzione non ci ha fatto entrare bene nell’ottica di dover rinunciare subito a lui».

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