Basket / Cantù - Mariano
Lunedì 11 Aprile 2022
Sodini: «Bilancio non male
Quello vero verrà dopo»
«La A2 – ha detto il tecnico della S.Bernardo – non è un’autostrada, ma una palude. Si può perdere contro l’ultima e vincere contro la prima»
Cantù chiude il campionato al secondo posto – e già si sapeva – e si prende la rivincita su Treviglio, battendola per la prima volta in questa stagione. Ma non è certo tempo di bilanci per coach Marco Sodini, anche se non manca la soddisfazione per il percorso fatto sin qui: «La A2 – ha detto il tecnico della S.Bernardo – non è un’autostrada, ma una palude. Si può perdere contro l’ultima e vincere contro la prima. Allora dico che, in quest’annata piena di problemi, chiudere il campionato con una squadra costruita ex novo con 21 vittorie e 5 sconfitte è un dato ottimo. Ma il bilancio non si fa ora, perché l’ambizione è competere per i primi posti più avanti».
Si chiude la prima parte della stagione, se ne apre una che porterà dritti dritti ai playoff, ossia la fase a orologio: «Mancano quattro partite che possono condizionare i playoff, a cui conta arrivare bene fisicamente e mentalmente e se possibile nella migliore posizione. Non dimentichiamo mai come abbiamo affrontato queste undici partite in un mese: un impegno come una squadra di Eurolega, ma con nove giocatori. Ci sono tante cose positive in questo percorso, ma non ci possiamo accontentare. E cominciamo già a pensare a Fabriano, ultima del girone Rosso: la considero una partita già insidiosa, a proposito di paludi… Ma ho fatto il bagnino in passato: mettiamoci il salvagente per arrivare a riva».
Tornando alla partita con Treviglio, Sodini ricorda la partita di Supercoppa, lo scorso settembre, che lui stesso ha sempre poco considerato visto che era la prima ufficiale della sua squadra, appena costruita: «Treviglio partì fortissimo, con 17 punti nei primi 6 possessi. Stavolta siamo stati molto più bravi a togliere punti ai loro produttori di vantaggi. Ci sono state differenze tra un tempo e l’altro, ma credo che la stanchezza alla fine guidi il cervello. E ci sta staccare un po’ nella ripresa dopo un primo tempo così: c’è stata molta meno capacità di cambiare palla, siamo stati un po’ frenetici negli accoppiamenti ed è normale che giocatori come Rodriguez e Corbett a un certo punto possano accendersi. Ma sono soddisfatto: non avrei immaginato, nella situazione non ottimale in cui siamo, un controllo così della partita».
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