Un comasco a Sassari
«Siano in forma»

Gerosa: «Le cinque vittorie nelle ultime sei partite sono comunque le specchio del buon lavoro che stiamo facendo»

Comasco di Canzo, classe 1985, dopo aver vestito per due anni i panni di guida tecnica del settore giovanile Dinamo Academy di Sassari, è ora al secondo anno come assistant della prima squadra del Banco di Sardegna, ruolo in cui ha già lavorato nella stagione 2015-2016 per la Pallacanestro Cantù, con coach Corbani prima e Bazarevich poi. Con la serie A del club brianzolo Giorgio Gerosa aveva peraltro iniziato a collaborare già ai tempi di Dalmonte, continuando poi dapprima sotto Trinchieri e successivamente con Sacripanti, sviluppando anche un’ottima conoscenza di software per la creazione di scouting report e preparazione delle partite. In Sardegna dal 2016, ora lui e Edoardo Casalone rappresentano le spalle di Gianmarco Pozzecco e domenica daranno il benvenuto alla S. Bernardo. Squadra di casa terza in classifica, formazione ospite invece penultima.

Non ve la passate certo male da quelle parti...

Siamo piuttosto soddisfatti del nostro cammino anche pensando al tipo di riduzione di budget che è stato operato in questa stagione. Onestamente pensavamo di poter ballare tra il quarto e il quinto posto. Chiaro che vorremmo chiudere il girone d’andata (il prossimo è l’ultimo turno, ndr) al 3° e non al 5° in proiezione Final Eight di Coppa Italia. Le cinque vittorie nelle ultime sei partite sono comunque le specchio del buon lavoro che stiamo facendo.

Ampliando lo sguardo?

Campionato molto equilibrato, tolta ovviamente Milano che è incorsa soltanto in un passo falso contro Brindisi. Squadra, quest’ultima, che in quel momento stava peraltro giocando con una fiducia tale da poter vincere contro chiunque.

Voi avete il centro più determinante della serie A, Miro Bilan.

Non so dire se sia il centro più forte del campionato, sicuramente è il centro più centro. Nel senso che è il lungo da post basso e non da roll. Non è facile attualmente trovare un lungo così interno e così bravo perché i pivot ora per la maggior parte sono atipici, rollatori, saltatori o giocatori di pick’n’roll e short roll. Oltre a essere per noi il giocatore più importante è altresì diventato un leader. Nello spogliatoio e sul campo. Punto di riferimento vero e proprio, la nostra “casa” nei momenti di difficoltà.

Al lunghi la palla va anche data...

Bisogna dare atto agli altri componenti della squadra che sono consapevoli dell’importanza di Bilan e che quindi a volte rinunciano a loro tiri per dar la palla dentro a lui. E Miro è ancor più bravo e intelligente a restituire il favore in diverse occasioni con lo scarico dal post o il ribaltamento al momento giusto.

C’è ancora qualcosa da aggiustare però nella Dinamo?

Dobbiamo migliorare il nostro atteggiamento e la nostra dimensione difensiva perché a differenza degli altri anni facciamo più fatica a contenere gli uno-contro-uno e quindi diamo sempre alle squadre avversarie l’opportunità di trovare le soluzioni più facili. E così in automatico crescono la fiducia e la confidenza in ciò che fanno. Sempre partendo dal concetto di dare o togliere la fiducia, l’altro aspetto da aggiustare è che subiamo troppo rimbalzi d’attacco anche se per la verità nelle ultime uscite qualche miglioramento si è visto. Se patisci a rimbalzo, fatalmente crei più possibilità negli altri di far canestro.

C’è dell’altro?

Facciamo fatica ad avere continuità e intensità all’interno dei 40’ da parte di tutti. Magari anche con i cambi non riusciamo ad avere la stessa intensità di gioco difensiva e offensiva. Abbiamo poi la tendenza a fermare troppo la palla in attacco, anche se la carta dice che siamo il miglior attacco del campionato.

Vi state godendo Jason Burnell, l’ex canturino...

Prima di essere un ottimo giocatore è una persona eccezionale. Sta crescendo sempre di più dal punto di vista tecnico ed è giocatore di quantità e di grande sacrificio. Sta migliorando nell’autostima oltre che nelle percentuali dal tiro dall’arco e può difendere sulla palla dal play al centro. Per noi è davvero essenziale. Appena entra dal tunnel per l’allenamento è pronto a fare subito un sorriso e a cercare positività in tutte le situazioni, anche nei momenti di difficoltà all’interno della partita.

Ultimamente, nei secondi tempi delle partite, Pozzecco si mette a sedere lasciando a Casalone il compito di “gestire” le operazioni. Perché?

Una premessa: alcune volte le conferenze stampa pre partita vengono affidate a me o a Casalone in virtù di un comune accordo tra Pozzecco e la società stessa. Gianmarco vuole così dimostrare che la Dinamo non è solo Pozzecco, Bilan o Spissu, ma che è composta anche da altri elementi. Ed è per questo che il Poz nelle sue conferenze post partita ringrazia sempre il mondo. A lui fa molto piacere cercare di dare visibilità ai suoi assistenti perché nella sua testa siamo molto importanti sia per lui sia per la squadra. Lascia quello spazio di popolarità anche a noi. Come a dire “basta con il personaggio Pozzecco, facciamo vedere che c’è anche dell’altro”. Anche se poi lui riesce sempre a far discutere e a prendersi i titoli.

E quelle sue sette bestemmia di fila durante un timeout udite durante la diretta televisiva?

C’è rimasto davvero male.

Cantù, intanto, aggiunge Gaines.

Due stagioni fa a Cantù fu protagonista di un’annata straordinaria. Gaines darà molta più aggressività in tutte le situazioni sia in attacco sia in difesa perché ha già dimostrato in Italia di conoscere il campionato e di saper far bene. Garantirà più solidità alla squadra perché quando cambi un giocatore fai sempre drizzare le antenne ai compagni. E l’attenzione di tutta la squadra sale in maniera positiva, senza mettere tensione e pressione ma dando entusiasmo. Porterà più propensione difensiva in uno-contro-uno riuscendo a trascinare gli altri. E con Leunen e Smith darà una gestione dei palloni differente rispetto a prima, oltre a una gestione dei tempi e dei ritmi all’interno dei 40’.

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