Venezia fu l’ultima di Metta
L’espulsione per la bottiglietta

Ci fu una pioggia di monete, carta, rotoli di carta igienica e una bottiglietta. Bottiglietta che, purtroppo, Metta World Peace raccolse e ributtò sugli spalti

Venezia-Cantù, che ricordi. Che ricordi soprattutto “quella” Venezia-Cantù. Ossia gara 5 dei quarti playoff, 27 maggio 2015: fu l’ultima partita disputata in Italia da Ron Artest-Metta World Peace-The Panda’s Friend – si scelga pure il nome preferito per associarlo all’ex grande campione Nba –, esperienza conclusa con un’espulsione. Ma fu anche la sfida tra due panchine ad altissimo coefficiente canturino: da una parte (Venezia) Charlie Recalcati, dall’altra (Cantù) Pino Sacripanti e il suo staff con l’assistente Nicola Brienza e l’allora ds Daniele Della Fiori.

Una partita ricordata malvolentieri a queste latitudini. La sensazione che siano state perpetrate alcune ingiustizie ai danni di Cantù c’è ancora oggi. E non c’è molta voglia di ricordarle.

Ma i fatti – e i video – a ricordo di quel pomeriggio al calor bianco sono ancora ben presenti. L’ambiente lagunare, più di tutto, tirò un brutto scherzo a Cantù, piazza che in quanto a “caciara” al palazzetto non ha da prendere lezioni da nessuno.

Ma quel giorno, al PalaTaliercio, si passò un po’ il segno. Per esempio quando, sulla panchina di Cantù piovve di tutto, dopo un time out chiesto da Sacripanti sul 72-64 per Venezia dopo un fallo su Johnson-Odom e un accenno di rissa tra i giocatori. Nei video si vede perfettamente, alla spalle della panchina di Cantù, un tifoso veneziano intento a lanciare oggetti in campo, inutilmente dissuaso dai suoi vicini di posto.

Ci fu una pioggia di monete, carta, rotoli di carta igienica e una bottiglietta. Bottiglietta che, purtroppo, Metta World Peace raccolse e ributtò sugli spalti. Apriti cielo. Il fatto non sfuggì agli arbitri che, senza porre attenzione alle proteste canturine per l’impossibilità di radunarsi in condizioni normali per il time out, optarono per espellere l’asso americano.

E così, a poco più di 3’ dal termine, si conclusero quei pochi ma intensi mesi dell’ex campione dei Lakers in Italia, oltre ai playoff di Cantù. Metta uscì contrariato dal campo, mentre sulla panchina di Cantù le facce erano sbalordite.

Fine corsa per Cantù, dopo due ottime partite in casa e due così così a Venezia. Cantù stava per fare il colpo, ma nell’ultimo quarto il quadro ambientale mutò.

«Ricordo il clima ostile – dice il segretario canturino Luca Rossini, allora addetto stampa -, ma soprattutto ricordo la faccia di Metta mentre usciva dal campo, perché lo stavo accompagnando negli spogliatoi. Si è girato per vedere chi lo stesse seguendo, per fortuna

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