Bryant avvisa l’Acqua S. Bernardo
«Le responsabilità non mi spaventano»

Prima uscita a Cantù per il nuovo straniero Bryant: «L’Italia è un bel posto per giocare a basket». È ambizioso: «Ho la stessa voglia di vincere del coach. Sono pronto a giocarmi le carte, in campo mi piace fare tutto»

«Guardate che bella faccia!». Ride coach Marco Sodini, ride anche Zack Bryant. Ha ragione l’allenatore, Bryant si è presentato nel modo giusto. Il nuovo americano di Cantù, in arrivo dal campionato finlandese, sembra portare un po’ di allegria e buonumore dopo una partita in cui da salvare c’è poco o niente.

È arrivato, questi sono i suoi primi giorni canturini. Dovrà far dimenticare Robert Johnson, impresa non semplice. Ma sembra tutto tranne che preoccupato questo “signor Bryant”, più meno l’equivalente americano dell’italianissimo “signor Rossi”. Premessa doverosa, dopo la vicenda Johnson: ha già fatto il Covid, si è sottoposto a tutti i tamponi ed è pronto – burocraticamente parlando - per esordire domenica contro Trapani.

«Ottima organizzazione»

«Sono un po’ stanco per il viaggio – le sue prime parole - ma sono molto carico. Ho trovato al mio arrivo un’ottima organizzazione, e sono convinto che l’Italia si un bel posto per giocare a basket».

Arriva dalla Florida, da una famiglia di sportivi – il fratello gioca a football con il numero 3, lui ha scelto il 2 – e ha preso informazioni su Cantù: «Ho navigato, ho cercato di capire in che posto sarei arrivato. E conosco Jason Burnell, ci sentiamo spesso e mi ha parlato di questa realtà».

Si presenta così come giocatore: «Mi piace dare tutto in campo, amo spingere al massimo e non solo in attacco perché mi piace tornare in difesa e mettere pressione, con energia e anche a costo di sbucciarmi le ginocchia in un recupero. Sono un play, mi piace segnare ed è anche quello che mi ha chiesto lo staff. I miei modelli? Kobe Bryant, Donovan Mitchell e Will Cummings».

L’impatto è stato subito importante: «Il club mi ha fatto sentire subito importante, per primo il coach: ambedue abbiamo ambizioni alte. Io volevo un basket di livello superiore rispetto a quello con cui mi stavo confrontando, il coach vuole fare di tutto per aiutare la squadra a vincere: ci siamo trovati subito».

Per lui sarà già il terzo club stagionale dopo Gottingen e Lahti: «Ho iniziato in un campionato di livello come la Germania, ma essendo un rookie avevo voglia di dimostrare il mio valore e non ho potuto farlo fino in fondo. Ho scelto la Finlandia e ora completo un percorso di crescita in Italia. Sono pronto a giocarmi le mie carte e accetto ogni responsabilità: la cosa non mi spaventa, anzi mi carica ancora di più. Anche perché conosco gli obiettivi del club, che ho subito fatto miei».

«Diverso da Johnson»

Al suo fianco, con coach Sodini, c’era il direttore tecnico Fabrizio Frates: «Dopo tre partite senza un americano, abbiamo trovato Zack, un giovane che non va paragonato a Johnson, perché è un atleta diverso. È un play, che porta energia e freschezza: l’abbiamo visto poco per ora, ma abbiamo qualche giorno per inserirlo nei nostri meccanismi».

Per ora, le aspettative sono tarate su quello che può dare un giocatore nuovo: «Deve essere bravo lui a capire il livello del campionato, il livello dei compagni e le gerarchie. A noi spetta sfruttare al meglio le sue qualità». L. Spo.

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