Andreucci: «Il Como la mia priorità»
Ma il club prende tempo per il mister
Calcio serie D - Sulla scelta dell’allenatore pesa la questione del ripescaggio . Intanto si cerca una collaborazione con una società di A per far arrivare giovani di valore
Como, tempi ancora lunghi per la scelta dell’allenatore. Lunghi, ma non eterni, ovviamente. Perché sia il Como, sia lo stesso Antonio Andreucci, hanno comunque la necessità di arrivare a un conclusione, positiva o negativa, della questione. Conclusione che, comunque, è rinviata – almeno - alla prossima settimana. Va detto che il quadro non è cambiato rispetto a un mese fa, quando Ninni Corda, subito dopo i playoff vinti contro il Chieri, ipotizzò due scenari.
La prima ipotesi prevedeva – e prevede tuttora - una conferma dell’allenatore: i motivi li elencò Corda (valutazione positiva del lavoro svolto, stima reciproca, lavoro di team giudicato soddisfacente) e sono ancora validi. Ma le valutazioni sono ad ampio raggio e, proprio come annunciò Corda, è possibile che la società – per «ragioni di tipo gestionale», disse allora il collaboratore tecnico del Como – possa allacciare in maniera forte i rapporti con qualche società di serie A, per una collaborazione reciproca che preveda l’arrivo a Como di alcuni giovani da valorizzare e, con loro, di un allenatore nell’orbita di uno di questi club.
E i colloqui sono in corso con Udinese, Torino, Genoa, Sampdoria, Atalanta e vedono impegnati in questi giorni anche il direttore sportivo Roberto Pruzzo.
Affinché si verifichi uno scenario di questo tipo, è però fondamentale capire in quale categoria giocherà il Como. E si torna quindi al punto di partenza, la madre di tutte le questioni, ossia il ripescaggio. La categoria, in poche parole, sarà determinante. E bisogna attendere almeno la chiusura delle iscrizioni – il 30 giugno – per capire se ci siano o meno i margini per un ripescaggio del Como.
E Andreucci intanto che fa? Attende un segnale dalla società. «La mia priorità è il Como - ha ribadito l’allenatore – perché qua sono stato a meraviglia e credo di avere lavorato in maniera positiva nonostante le difficoltà che conosciamo, sfiorando la promozione. Ho un bel rapporto con la tifoseria e quindi è chiaro che mi piacerebbe restare, anche perché la società sta lavorando seriamente, si sta strutturando per crescere nel tempo».
Ma, ovviamente, è necessario che le parti si parlino e trovino un accordo: «Bisogna solo capire se ci sono o meno le condizioni per rimanere. Com’è giusto e naturale che sia, per il Como e per me».
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