Charlie (Ludi) Angel: «Ora un passo avanti. Tifosi fantastici»

Intervista «Il secondo anno è più difficile, perché il primo ti salvi con la rabbia e la paura, ma il secondo rischi di non avere più il timore reverenziale»

Carlalberto Ludi detto Charlie finalmente sorride. Sollevato dallo scampato pericolo di una classifica calda sino alla fine, e con l’onestà intellettuale di non spaccare il capello per stabilire se l’arrivo a pari merito sull’undicesimo gradino della classifica, sia un reale miglioramento rispetto all’anno prima.

Meglio guardare al futuro, alla voglia di accelerare, di dare un segnale di competitività. Spiegando qualche cosa di inedito, raccontando qualche aneddoto e omaggiando i tifosi (come aveva fatto anche Longo in un post su MolaTv) in maniera convinta e non di facciata, pur non essendo caratterialmente nelle sue corde.

Ludi buongiorno. Soddisfatto della stagione?

Soddisfatti, dopo aver sfiorato la chance playoff, sarebbe un po’ contraddittorio. Tra essere soddisfatti e accontentarsi, c’è una bella differenza. E noi non ci accontentiamo. Ma quanto al bilancio, direi di sì. Dobbiamo tenere conto cosa ci è successo e dove eravamo sprofondati. Dunque, ok così.

Giochiamo con la classifica. Avevate detto di voler migliorare rispetto all’anno prima. La classifica dice dodicesimi, dunque un posto avanti il 13° dell’anno prima...

Ah, non undicesimi (ride, ndr)? In teoria siamo arrivati a pari punti in tre, all’11° posto... Scherzo ovviamente, inutile stare qui a ragionare sulle classifiche avulse. Piuttosto mi interessa dire che abbiamo avuto una crescita generale (la squadra, la società, i tifosi) che fa parte del percorso che vuole percorrere questa società. Anche perché, forse, dimenticate due cose.

La prima?

Che il secondo anno è più difficile, perché il primo ti salvi con la rabbia e la paura, ma il secondo rischi di non avere più quel timore reverenziale e questo può essere un danno. A volte ti salvi il primo anno e cadi il secondo. Quando parlavamo di radicarci nella categoria come primo step, significava questo.

La seconda?

Che l’anno scorso, è vero che ci siamo salvati con parecchio anticipo, ma è anche vero che avevamo abbandonato ogni possibilità per i playoff un mese prima della fine del campionato. Stavolta invece eravamo in corsa sino all’ultima giornata. Questo dà l’idea di che razza di campionato è stato questo.

L’anno prossimo che si fa?

So che giustamente ci si aspetta una accelerata. E ci sarà, in linea con i programmi.

Per forza, siete la società con il patrimonio più ricco del mondo, è logico che la gente faccia 1+1...

Capisco la logica, ma la società va avanti alla sua velocità, cercando di migliorare passo dopo passo. Se mi chiedete se faremo una squadra per ammazzare il campionato, vi dico di no. Ma certamente vogliamo alzare il livello, avvicinarci alle posizioni che contano. Per proseguire verso l’obiettivo finale, che sapete già qual è.

E lo stadio?

Dello stadio lascio parlare altri. L’unica cosa che posso dire, è che se noi avviamo uno studio di fattibilità e il Comune sceglie un manager dedicato, beh... non si può dire che non succeda nulla. Sono fatti concreti.

Quanti giocatori prenderete?

Presto per dirlo.

Arriverà un altro Fabregas?

Lo scorso anno, a quest’ora, una operazione del genere non era nemmeno all’orizzonte. Difficile dirlo adesso.

E Fabregas che farà?

Vedremo cosa vorrà fare lui. Ne parleremo presto.

Tornando al mercato: non è che siete arrivati un po’ tardi lo scorso anno con le operazioni?

No. Tutte le squadre vorrebbero partire per il ritiro con l’organico già a posto, ma il fatto è che non succede più da nessuna parte. I tempi e le dinamiche del mercato sono queste. L’anno che siamo andati in B, in attacco avevamo in ritiro solo Gabrielloni e Walker... I giocatori erano preoccupati. Lo scorso anno, se è per questo, stavamo molto meglio. E non conta nemmeno il portafogli che hai a disposizione. Devi seguire il susseguirsi degli eventi, gli intrecci. Detto che a noi non piace fare aste al rialzo o buttare i soldi, abbiamo degli obiettivi e li inseguiamo con i nostri tempi.

Gomis resterà?

Non voglio illudere nessuno, sarà dura. L’unico dato certo, è che lui si è trovato bene a Como, restiamo una destinazione gradita. Non sarà così facile.Però ci proveremo.

È circolato il nome di Neuer...

Bufala. Mai sentita.

Cutrone?

Confermatissimo. Grande spirito di sacrificio, grande dedizione alla causa, e non era facile per uno che ha frequentato certi palcoscenici.

Cerri è il più votato dai tifosi.

E vi spiego perché con un aneddoto: a Bolzano, contro il Sud Tirol, sotto 1-0, abbiamo avuto un rigore a favore al 90’. Nonostante un paio di suoi errori dal dischetto, i compagni si sono precipitati a dargli il pallone. La squadra si fida di lui, ed evidentemente anche i tifosi. Quando ha voluto tirare il secondo rigore con l’Ascoli, ha dato il segno che leader è.

Punterete ancora su Baselli?

Anche su di lui ho un aneddoto da raccontarvi. Si è fatto male con il Cosenza, avevamo capito che avrebbe dovuto essere operato alla caviglia. Ma lui ci ha detto: io voglio operarmi a fine stagione perché non so quello che potrò dare, ma voglio darlo. Anche fosse una manciata di minuti.ò E ha combattuto con il dolore. Uno che ha fatto cento e passa presenze in A. Per noi, se sta bene è un plus. Vale sempre la pena cercare di averlo al top.

Però il centrocampo è il settore dove lavorare di più...

Concordo in parte, a patto che non si dica che Bellemo, Arrigoni e Iovine sono dei comprimari. Gente che vale la B, apprezzata da tutti.

Parliamo dell’allenatore. Confermato?

Certo. Longo ha dato prova di saggezza, di equilibrio, di intelligenza nel gestire una situazione delicata. Ha lavorato bene, andiamo avanti con lui.

Ma tra i tifosi c’è dibattito: troppo difensivista?

Bene che ci sia dibattito. La pluralità di pareri fa bene a tutti. In alcune partite, come con il Genoa, ha dimostrato di sapere bene come si gioca offensivo. E questo basta. Senza patemi, succederà più spesso.

Chajia è un valore aggiunto.

Mamma mia, che giocatore. Mi hanno convinto i suoi occhi. Prima di entrare con la Ternana, ho visto occhi sereni. E infatti. Ora gli ho dato un ordine: lavorare anche in vacanza e mangiare bene e sano.

Adesso andate in America.

Io no (ride di nuovo, ndr). Una bella occasione per portare nel mondo il nostro brand.

E porterete anche alcuni tifosi.

Ecco, già che ci siamo, fatemi dire una cosa. Io non posso essere certo definito un populista, di certe cose non parlo mai. Ma fatemi applaudire i tifosi e tutto l’ambiente. Il pubblico ci ha sempre sostenuto, specialmente nei momenti di difficoltà e questo fa tutta la differenza del mondo, perché si evita che i giocatori vadano in difficoltà emotiva. La gente di Como ha dato un segnale di grande intelligenza, anche nei monti delicati, quando la curva ci è venuta a parlare in modo costruttivo. Il successo si costruisce anche su queste dinamiche. Dobbiamo dire grazie a tutti. E poi...

E poi?

Poi l’altro giorno stavo camminando in centro e ho incrociato una signora che mi ha detto “forza Como non mollate”. Non era la figura classica del tifoso, anche perché di solito poi si finisce a parlare di mercato o di giocatori. Piuttosto mi è sembrata la voce della città. Quattro anni fa non sarebbe stato possibile. E allora ripenso a quello che mi raccontano, di ragazzini a scuola con la maglia del Como, di un rinnovato entusiamo.E questo, non solo a me, ma alla società dà tanta soddisfazione tanto entusiasmo.

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