Cicconi, mister scudetto
«Vinto con i palleggi»

«Una botta di adrenalina pazzesca per tutti. Impensabile fino a qualche settimana fa, e lo dico io per primo»

Due volte campione d’Italia in quattro anni. E già questo basterebbe per ufficializzare e celebrare l’abilità di mister Massimo Cicconi, la validità del settore giovanile del Como, la competenza e l’entusiasmo di chi ci lavora. Ma qui, poi, parliamo di quattro anni in cui è successo di tutto, dentro il Como e nel mondo.

Cose che danno al titolo italiano conquistato l’altro giorno dai ragazzi dell’Under 17 biancoblù un valore ancora maggiore.

Mister Cicconi, complimenti. Una vittoria per certi versi sorprendente.

Altrochè, una botta di adrenalina pazzesca per tutti. Impensabile fino a qualche settimana fa, e lo dico io per primo.

Eppure qualcosa di speciale questa squadra ce l’ha.

Ho visto i ragazzi trasformarsi, sentivano tantissimo questo impegno. Sono stati bravissimi, hanno giocato con grande personalità.

E hanno giocato molto bene, anche.

La prima cosa che ho detto a Jack – Gattuso, ndr – dopo la vittoria, vedi che conta ancora fare i palleggi? Io lavoro sulla tecnica, prima di tutto. Non mi interessa fare ore e ore di tattica, io ho delle basi precise. La scuola di Favini, di Centi, la nostra scuola. Io lavoro ancora così, come mi è stato insegnato. E ne sono molto orgoglioso. Quando vincemmo quattro anni fa mister Massola mi commosse dicendomi, guardando la mia squadra, che gli sembrava di essere tornato ai tempi del nostro Como...

Ha vinto Gattuso, hai vinto tu, due ex compagni di squadra fin da quel settore giovanile.

Che a questo punto non ha sfornato solo grandi giocatori ma anche allenatori di qualità.

E abbiamo fatto bene anche a Novara, anzi di scudetti ne avrei potuti vincere tre in questi anni, se non avessi perso due anni fa per una stupida espulsione di un mio giocatore. Insisto tanto anche sul comportamento, sul fatto di stare dentro la partita fino all’ultimo. A Lecco i ragazzi erano talmente felici dopo aver segnato che non riuscivo più a staccarli dalla rete, non smettevano di esultare, e infatti trenta secondi dopo abbiamo preso gol... E poi la disciplina. L’altra sera dopo la vittoria avevo detto ai ragazzi che si sarebbe festeggiato al massimo fino all’una. All’una e cinque sentivo ancora qualcuno in giro, li ho ribaltati...

In questo successo c’è anche tanto altro, però.

C’è tanto lavoro, soprattutto in una stagione così particolare. Avevamo appena cominciato, a settembre, quando ci siamo dovuti fermare per mesi. I ragazzi hanno lavorato da soli a casa, ci si sentiva on line, ma certo è stato pesante per tutti. Qualcuno in primavera è tornato fuori forma, sovrappeso. Ma con tanta voglia, questo sì. Non pensavo però che saremmo arrivati a questo punto.

Quando è scattata la scintilla?

Con il Novara, che io pensavo fosse la squadra più forte, sinceramente. Perdevamo 2-0, abbiamo ribaltato il risultato vincendo 3-2. E lì si è acceso qualcosa. Siamo imbattuti da undici partite. L’ultima a batterci, l’unica, è stata la Giana, a settembre. Infatti dopo la vittoria il loro allenatore mi ha scritto simpaticamente per ricordarmelo...

Una squadra nata come, dopo annate così difficili?

Perchè di mezzo c’è stato il fallimento, due stagioni di serie D, il ritorno di Centi e una nuova ricostruzione, il lockdown...

Con orgoglio, perchè ne sono loro giustamente molto orgogliosi, dico che ci sono sei-sette ragazzi che hanno scelto di restare a Como anche in questi anni difficili. E questo è un grande premio per loro, per le loro famiglie che ci hanno creduto. Poi ci sono diversi ragazzi arrivati da poco, tutti da squadre dilettantistiche. Quindi tutti con tantissime motivazioni.

E’ un successo di tutto il settore giovanile, al di là delle tue capacità.

Naturalmente, certo. Il ringraziamento va a tutti loro, non saprei da chi cominciare. Gli altri due mister, Boscolo e Corti, con cui abbiamo lavorato in perfetta sintonia. Cristian ha fatto giocare i miei ragazzi con la sua squadra, Corti mi ha supportato con gli Under 16 che purtroppo non hanno avuto quest’anno il campionato. E poi Centi, che ringrazio tanto per la fiducia completa che ha in me. Il mio collaboratore Compagnone, che fu mio giocatore nell’Atalanta, e Marozzi, che mi è stato tanto vicino. E poi lo staff dei preparatori, e tutti i nostri collaboratori.

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