Como, c’è un precedente che incoraggia

La situazione Mai un inizio così negativo da quasi 40 anni, addirittura uno dei più disastrosi dell’intera storia. Ma nel 1985/86 con Marchesi per Clagluna in A, la squadra poi chiuse nona in A e sfiorò la finale di Coppa Italia

Mai un inizio così negativo, da quasi quarant’anni. L’avvio di stagione del Como, numeri alla mano, è persino peggiore di quello di alcuni tra i più disastrosi campionati della sua storia.

Pensiamo per esempio alle ultime due esperienze in serie B prima di questo biennio. Ebbene, sia nel 2003-04 che nel 2015-16 dopo sette giornate il Como aveva cinque punti, frutto di una vittoria e due pareggi. Addirittura nel 2003 alla prima giornata vinse a Napoli, grazie a un gol di Bressan. E anche nel 2015 a questo stesso punto della stagione aveva già vinto in trasferta, 0-2 a Novara.

Non solo rose e fiori

Per la cronaca, in entrambe le stagioni alla fine del campionato il Como retrocedette da ultimo in classifica. Addirittura persino nell’ultima altrettanto disastrosa esperienza in serie A, nel 2002-03, il Como dopo sette giornate aveva già fatto meglio: quattro punti ottenuti in quattro pareggi, tra cui i due 1-1 sul campo della Juve e sul campo del Brescia, in cui i biancoblù avevano fortemente contestato alcuni episodi che li avevano decisamente penalizzati.

E dopo sette giornate i punti erano quattro, e con tanto da recriminare. Anche in quel caso il Como retrocedette, da penultimo in classifica.

Precedenti dunque tutt’altro che incoraggianti se si pensa alla situazione attuale, cominciata addirittura peggio. Ma c’è un ma. Con una emme maiuscola grossa come una casa. Che può servire a leggere in maniera decisamente più ottimistica la situazione.

Ebbene, per ritrovare un avvio identico a questo, in termini di risultati, bisogna tornare indietro di quasi quarant’anni.

Una delle stagioni più belle

Al campionato 1985-86, con il Como in serie A. Sì, proprio a quello che fu una delle stagioni in assoluto più belle e indimenticabili della storia del Como.

Il campionato cominciò con mister Roberto Clagluna in panchina, la squadra era veramente forte - e proprio quella stagione servì a capirlo fino in fondo -, ma era anche un campionato pazzesco.

Prima giornata, il Napoli di Maradona; seconda giornata, la Juve di Platini; terza giornata il Verona campione d’Italia... Il primo punto arrivò alla quarta giornata a Bari, 1-1. E poi uno 0-0 con la Fiorentina, una sconfitta a San Siro con il Milan e un altro 0-0, con l’Udinese.

Tre punti, tre pareggi dopo sette giornate, mai più un inizio così negativo fino a oggi. Certo, a quell’epoca il pari era un buon risultato. Si segnava poco, si subìva di meno. I paragoni sono dunque difficili.

Ma significativi e incoraggianti. Perché dopo quell’avvio tremendo il Como diede vita a una delle sue stagioni più belle: nono posto in serie A, e finale di Coppa Italia mancata per la celeberrima vicenda dell’accendino lanciato in campo.

La trasformazione

E un’altra analogia interessante con questo Como c’è, la squadra si trasformò con il cambio di allenatore, da Clagluna a Marchesi, che avvenne più avanti, dopo dieci giornate, e fu la vera svolta di quel campionato.

La cui difficoltà, con tutto il rispetto, non era paragonabile a quella di oggi, per categoria, per qualità, per nomi in campo, per gli ambienti caldissimi e gli stadi strapieni in cui allora si giocava.

Dunque, tutto è davvero ancora possibile, la storia stessa del Como lo insegna. Ah, fate gli scongiuri se volete. Quel Como, partito male come questo, all’ottava giornata vinse 4-1...

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