Como, più colpe che alibi. E i cambi...

Serie B Un giusto approccio e metà partita buona non cancellano l’amarezza per i due punti persi nel finale. L’uscita di Chajia e Iovine ha privato la squadra degli uomini fin lì migliori. Grave non aver chiuso la gara

Una premessa è d’obbligo, analizzando la partita del Como dell’altra sera. Ovvero, se si considera un pareggio come una mezza sconfitta significa che il Como avrebbe potuto vincere. E che, dunque, si sta commentando una gara in cui si sono viste anche tante cose buone.

E’ giusto dirlo, perché dopo la prova disastrosa della prima giornata questo era uno dei primi segnali da dare. E il Como li ha dati. Il che, se da un lato conforta, dall’altro evidentemente fa arrabbiare ancora di più per non aver vinto. Poco importa se il pari della Reggiana sia arrivato per un episodio evitabile e un po’ casuale. E non è nemmeno interessante valutare se il pari sia meritato o no. No, il punto è che, se non chiudi la partita prima, al novantesimo l’avversario all’area non devi nemmeno farlo avvicinare, figuriamoci farlo entrare. Un concetto molto più semplice di qualsiasi altra analisi.

Colpe

Farsi rimontare due gol, da una squadra che ha fatto la sua onesta partita ma tutto sommato niente di più, è una colpa, non una casualità. Soprattutto se fino a un certo punto la gara era davvero nelle mani del Como. Viene facile dire che si sarebbe dovuto chiudere prima, che il primo tempo sarebbe potuto finire con un vantaggio più largo. Vero, ma non si può rimproverare al Como di non averci provato. Il gol in apertura di ripresa testimonia che al rientro in campo la testa era ancora lì, nel posto giusto. E forse ci sarebbe pure rimasta se non si fosse preso gol. Una rete su cui, c’è anche qualche responsabilità individuale: Ioannou, che peraltro ha fatto tantissimo di buono, ha aiutato Pettinari anziché fermarlo, e la conclusione a rete ha trovato la difesa impreparata. Ma sul risultato ha pesato di più ciò che è accaduto dopo, un cambio di atteggiamento che le sostituzioni non hanno sicuramente favorito.

Cambi

Ci sono, certo, da valutare le condizioni fisiche che in questo periodo pesano tanto. Ma veder uscire Iovine e Chajia, fin lì preziosissimi, subito dopo aver preso il gol, è stato un po’ sconcertante. Difatti, poi, il Como ha fatto un’altra partita. Con impegno, certo, ma la ricerca del terzo gol è stata difficoltosa. Anzi, non c’è stata.

Strano è stato anche veder uscire Cerri, forse stanco, certo. Ma a quel punto ci si sarebbe atteso magari un più energico Gabrielloni, per esempio. Facile parlare con il senno di poi, e senza controprova, questo è vero. Ma ci sono un paio di considerazioni che, forse, meritano una riflessione. La prima: il Como ha fatto bene nella prima parte con soli tre nuovi in campo, portiere compreso. Segno, forse, che le intese già rodate in questo momento sono più utili. La seconda: cinque gol subìti in due partite sono troppi.

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