Como sconfitto, dibattito al Var Sport

La curiosità Non c’è praticamente partita in cui non si debba stare con il fiato sospeso per qualche minuto per attendere il suo verdetto

Ormai bisogna farci l’abitudine. Non c’è praticamente partita in cui non si debba stare con il fiato sospeso per qualche minuto per attendere il suo verdetto. Parliamo ovviamente del Var, giudice supremo, anche se forse non infallibile, ormai chiamato in causa in moltissimi episodi determinanti.

L’arbitro Perenzoni domenica in Como-Cremonese si è consultato con la coppia di colleghi Miele e Maresca, addetti appunto al Var, diverse volte. Tanto che i quattro minuti di recupero del primo tempo e i sei del secondo sono parsi anche pochi rispetto ai momenti di stop per validare o meno certe situazioni. Sicuramente, perlomeno quest’anno, mai come in questa gara il confronto con il giudizio esterno è stato così frequente.

Si è cominciato subito, quando al quarto minuto Cutrone, lanciato da Verdi, ha segnato un gol parso comunque visibilmente in fuorigioco. La bandierina del guardalinee si è alzata, l’arbitro ha annullato, ma c’è comunque stato un confronto audio con il Var per la conferma, che ha portato via qualche decina di secondi.

Poi, il rigore a favore della Cremonese. Il tocco di mano di Ioannou ritenuto falloso è avvenuto al 12’, il gol è arrivato quasi quattro minuti dopo. E’ stato uno dei controlli della partita a cui si è dedicato più tempo, l’unico episodio in cui l’arbitro è stato chiamato anche a verificare personalmente a video. Ma quasi tre minuti se ne sono andati anche per controllare la posizione di Cutrone nel gol segnato al 44’, sempre su lancio di Verdi. Un fuorigioco non segnalato in campo, e nemmeno semplicissimo da individuare, in cui l’arbitro si è affidato all’analisi dei colleghi al Var prima di annullare.

Altri due episodi chiave nel secondo tempo sono stati decisi con il consulto fuori campo. Piuttosto lunga, più di due minuti, anche l’analisi del fallo che ha portato all’espulsione di Lochoshivili al 20’. L’arbitro ha fischiato a favore del Como, c’era anche la sensazione che sotto esame, oltre alla gravità dell’intervento, ci fosse anche la posizione di Chajia, comunque abbastanza visibilmente colpito fuori area. Difatti, punizione per il Como ma cartellino rosso per il giocatore grigiorosso.

Infine, in occasione del rigore concesso al Como, l’arbitro è andato deciso. Ma prima di confermare si è comunque confrontato con il Var che ha avvalorato facilmente la sua decisione. In linea di massima, dunque, tutte le decisioni prese sono state corrette, in un senso e nell’altro. Qualcuno sostiene che il rigore del Como fosse da ripetere per la presenza di un giocatore della Cremonese in area, ma è una valutazione difficile anche con le immagini. Certo è che, piaccia o no, il Var ha cambiato il modo di dirigere le partite, e in un certo senso anche il modo di viverle in campo e sugli spalti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA