Frenata Como ma non preoccupa
Per tanti motivi: la squadra vale

Un mese senza vittoria per gli azzurri che pur tuttavia hanno guadagnato sulla quota playout

Un mese senza vittorie. L’ultimo successo del Como è datato 6 novembre, la giornata dello strepitoso 4-1 con il Perugia. Poi la pausa, e da lì la vittoria non è arrivata più. Due punti in quattro partite.

Letta così, senza sapere altro, un disastro. In realtà, è proprio l’unico termine che al Como nessuno si sogna nemmeno di accostare. Perchè in questa miseria di punti ci sono stati, invece, una montagna di aspetti che fanno stare tranquilli, tranquillissimi.

Il sogno dei tifosi

Cominciamo da Monza, dalla partita per certi aspetti più bella di questo periodo. Perchè il Como visto nel secondo tempo del derby è la squadra che Gattuso e i tifosi desidererebbero sempre vedere. Capace di giocare benissimo e di rimontare due gol contro un avversario molto forte, capace di reagire al brutto colpo dell’infortunio a Gori, di sviluppare manovre eccellenti, di avere coraggio e qualità.

Un capolavoro punito solo dalla sfortuna di subire un gol incredibile quando il tempo per rimediare non c’era più. Ma da quella gara Gattuso uscì giustamente dichiarandosi ancora più rassicurato sulle qualità del suo gruppo.

Poi, il pareggio con il Parma. Un risultato di cui andare comunque orgogliosi per come si è giocato contro un grande avversario, e ancora una volta per come si è reagito a un altro grave infortunio, quello di Chajia, che ha costretto a cambiare anche l’atteggiamento offensivo studiato da Gattuso, ma senza che la squadra ne patisse minimamente. Con una grande reazione anche alla parata di Buffon sul rigore calciato da Gliozzi. Carattere e qualità, ancora una volta.

Tre giorni dopo, Cittadella. Altro colpo pesante, l’infortunio a Ioannou, e ancora una volta un po’ di stravolgimento forzato nello schieramento a gara in corso. Partita per certi versi meno brillante delle altre due, ma anche lì, grande volontà e tenacia, il gol di Gabrielloni subentrato, il rigore di La Gumina nel finale, e un punto importantissimo.

Infine, la partita con il Pisa, affrontata con tante assenze, con un cambio di modulo, contro la squadra capolista. Che va in vantaggio dopo cinque minuti con un autogol. Ma finisce lì, perchè anche se il Como non riesce a segnare, il Pisa non riesce di certo a dilagare o a stradominare.

Solo due punti

Due punti in un mese sì, insomma, ma non è certo questa la descrizione di una squadra che sta male o che non ha risorse e carattere. Considerato che nel frattempo ha dovuto anche fare a meno per due partite del suo attaccante principale, Alberto Cerri, che ha saltato due giornate.

È stato dunque, in fondo, un mese poco produttivo dal punto di vista dei risultati, ma istruttivo e costruttivo da altri punti di vista. Per conoscere e capire ancora meglio questa serie B, per mettersi alla prova in situazioni complicate, per cercare soluzioni nuove. E tirare somme che in fondo restano positive. Basti un dato: quattro giornate fa il Como era a più cinque sui playout, oggi è a più sei.

E sino a prova contraria è questo il primo dato da guardare per proseguire con tranquillità e ottimismo. L’unica vera frenata, se vogliamo, è stata quella del gol: contro il Pisa il Como non ha segnato dopo dieci giornate in cui lo aveva sempre fatto. Non accadeva dal 20 settembre, a Cosenza. Ma proprio per questo, viene difficile considerarlo un problema.

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