Il luminare sugli stadi. Stadio in città ma integrato

Il dibattito Una lezione universitaria. E una novità. La lezione, quella Del luminare Emilio Faroldi, architetto e docente al Politecnico di Milano

Una lezione universitaria. E una novità. La lezione, quella Del luminare Emilio Faroldi, architetto e docente al Politecnico di Milano, massimo esperto di stadi nel nostro paese.

Una lezione a beneficio, non di studenti. Ma di chi voleva leggere nelle stelle cosa potrà essere dello stadio di Como, di fronte all’ennesimo bivio sulla sua rinascita. Dunque, il Calcio Como, in platea con il dg Carlalberto Ludi, la responsabile marketing Veronica Oldani, il team manager Giuseppe Calandra e l’uomo delle comunicazioni Ale Camagni. E dunque chi del problema, sotto diversi aspetti e per differenti motivi, si è occupato o si occuperà, come il presidente della Canottieri Lario Leo Bernasconi, l’uomo della Città dei Balocchi Daniele Brunati, o Marco Butti assessore al commercio e alla riqualificazione urbana. Ma anche una nutrita delegazione della curva degli ultrà.

L’incontro è stato organizzato dal Coni locale (c’era il delegato Niki D’angelo) e dal Panathlon (presente il presidente e nostro collega Edoardo Ceriani) e ha visto la presenza al tavolo anche dell’architetto Ebe Gianotti di Made in Marc e di Roberta Brucato presidente di Amici dei Musei. E ha trattato il problema prendendo spunto anche dalla storia. La domanda di tutti era: che futuro può avere lo stadio di Como? Può essere rifatto lì davvero? Come si può integrare, in una zona così strategica e purtuttavia con tutte le esigenze che un impianto della nuova generazione ha per essere definito “moderno”? Ovvio che il prof Faroldi non poteva essere troppo specifico, ben lontano dalle problematiche tecniche e di prospettiva che interesseranno la politica. Ma, pur parlando in astratto, ha dato due indicazioni importanti. La prima: «Se lo stadio deve stare lì (nella zona più affascinante che si possa immaginare per uno stadio), allora deve vivere sette giorni su sette». E non solo con negozi o shop. Ha portato esempi della vicina svizzera: «Ci sono impianti che hanno all’interno uffici pubblici, ce n’e uno dove c’è la sede dei pompieri, o una casa di riposo. Far entrare lo stadio nella vita dei cittadini tutti i giorni è la strada». La seconda indicazione, architettonica: «Lo stadio di Braga, senza curve per permettere la visione del paesaggio, può essere un esempio pregnante. Ci deve essere condivisione tar impianto e territorio».

Nel frattempo, dalla città arriva una novità operativa. Da una riunione tecnica di coordinamento presieduta dal Prefetto Andrea Polichetti, oltre alla agibilità ok per le partite per la prossima stagione, si è raggiunto l’accordo con il Calcio Como per fornire navette per il trasporto dei tifosi ospiti ed evitare casi come quelli di Como-Cremonese.

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