Reunion Como Anni 80
Wise: «Faremo come voi»

L’occasione è stata la visita di Dan Corneliusson in Italia, a Como. C’erano Bianchi, Giunta, Invernizzi, Didonè, Butti, Sinigaglia, Maccoppi e altri

«Siamo orgogliosi di avere qui un pezzo di storia del Como, che è stato 5 anni in serie A. A loro voglio dire: cercheremo di fare come voi!». Al di là del commovente amarcord con il Como Anni 80 riunito al Sinigaglia, prima, e a cena, poi, la notizia è il filo che ieri ha unito simbolicamente il passato e il futuro. Se un personaggio schivo come Dennis Wise si è trasformato in un oratore, microfono in mano, ripetendo più volte l’emozione di avere il Como degli Invincibili ospite allo stadio (e a cena allo Yacht Club), significa che la strada è tracciata. Non poteva esserci abbraccio più simbolico di quello che ieri ha unito il Como glorioso del passato, a quello ambizioso del presente (c’erano anche gli uffici, dal ds Ludi in giù).

L’occasione è stata la visita di Dan Corneliusson in Italia, a Como. I suoi amici Enrico Todesco e Filippo Molteni gli hanno servito sul piatto una reunion emozionante. Calcistica, ma soprattutto umana. Con alcuni dei suoi ex compagni di quel Como, e altrettanti personaggi che in vari ruoli (tecnico, medico, amministrativo) facevano parte di quella splendida avventura. Quella del Como in serie A dal 1984 al 1989, con una serie di perle che restano segnate in calendario come i Natali azzurri: la vittoria a Milano con il Milan sulla neve con le scarpette magiche (Corneliusson: «Voi dite che la magìa fu battere il Milan, io dico che fu vedere Bruno segnare un gol!»); il successo 1-0 sulla Juve in Coppa Italia, ancora sotto la neve (Corneliusson: «Io venivo dalla Svezia, la neve era normale per me»); l’imbattibilità in casa il primo anno con soli due gol subìti; la semifinale di Coppa Italia, le vittoria di Lecce e Avellino a suon di 4 gol e tante altre mitiche partite. Eccoli, gli eroi di allora, quelli che hanno potuto venire a salutare Dan: Giovannino Invernizzi (oggi responsabile settore giovanile Samp), Giancarlo Centi, Enrico Todesco, Beppe Butti, Silvano Fontolan, Stefano Maccoppi, Marco Sinigaglia, Oreste Didonè, Salvatore Giunta. E poi lui, il mister: Ottavio Bianchi («davvero un gruppo di bravi ragazzi, con loro non serviva urlare, ma il dialogo»).

E poi indimenticabili personaggi dietro e quinte: la segretaria Emanuela, il dott. Sallusti, il massaggiatore Camesasca, il magazziniere Soggetti, i dirigenti Lupi e Roncoroni, i medici Molteni, Mascetti, Floris, Fermi, Bertolini, il preparatore Sguazzero, il Team Manager Mascetti. E Livio Prada, festeggiato come si festeggiano i nonni. E quello che con Giancarlo Centi, è l’elemento di congiunzione tra passato e presente, il responsabile amministrativo Lori. Tra gli assenti giustificati, Gattei (visita di lavoro), Braglia (motivi familiari) e Mephisto Casagrande, partito da Vittorio Veneto e rimasto in panne in autostrada a Treviso.

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