Stretta sugli impianti
Il Sinigaglia off limit

Il Sinigaglia, dove peraltro gli uffici della sede sono chiusi da qualche settimana e si opera in smart working, è stato sempre meno frequentato

Anche lo stadio Sinigaglia ha definitivamente chiuso i cancelli. L’altro giorno il premier Giuseppe Conte ha annunciato con precisione la nuova restrizione, in vigore almeno sino al 13 aprile: sospese le sedute di allenamento per gli atleti professionisti, se non in forma individuale e personale, con la precisazione importante che questo non avvenga all’interno di strutture sportive.

A questo punto, dunque, non è più possibile consentire, anche a chi non ha a disposizione uno spazio privato, di poter usare il campo, anche fosse soltanto per una corsa in completa solitudine.

I programmi di lavoro per i calciatori del Como in questi ultimi giorni avevano già preso una piega un po’ diversa rispetto alle prime settimane di stop, quando erano stati organizzati dei turni a gruppi di tre o quattro giocatori per poter lavorare allo stadio.

Una forma di allenamento già comunque molto diversa da quella abituale, esercizi prevalentemente atletici, corsa, potenziamento, senza la presenza di allenatore e preparatori.

Dopodichè, visto anche il crescere dell’emergenza, sia su invito della società che per volontà degli stessi giocatori, nei limiti del possibile, si è cercato di evitare spostamenti, specie per chi abita più lontano da Como e per chi ha comunque la possibilità di avere uno spazio proprio per allenarsi.

Il Sinigaglia, dove peraltro gli uffici della sede sono chiusi da qualche settimana e si opera in smart working, è stato sempre meno frequentato. Chi ha potuto ha preferito evitare ogni problema e organizzarsi da solo. Cosa che adesso dovranno fare tutti, perlomeno sino a Pasqua, in attesa di capire quali saranno poi le decisioni successive a livello nazionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA