Tutto Lamanna dal cielo. Un comasco tornato in serie A

Calcio «Quel giorno proprio a Como perdemmo una grande occasione. Ma ci servì per darci uno schiaffo che poi ci è servito tanto»

«Quel giorno proprio a Como perdemmo una grande occasione. Ma ci servì per darci uno schiaffo che poi ci è servito tanto». In serie A ci è arrivato ancora Eugenio Lamanna, ragazzo comasco cresciuto nel Como che ora sta vivendo insieme al Monza un’altra grande avventura.

Il portiere, oggi trentaduenne, in biancorosso ci è arrivato tre stagioni fa. È stata una delle prime scelte della nuova era monzese, quella targata Berlusconi e Galliani. «La scelta di un progetto, mai come in questo caso è giusto dire così. Erano dieci anni che non tornavo in C, ma era una proposta troppo interessante». E anche molto sicura, «perché Galliani quando dice una cosa la mantiene sempre, al massimo».

E così è cominciata una storia «che comunque non è stata semplice. Perché poi c’è il campo, e lì non bastano solo i buoni propositi». Eugenio lo sa bene, «ed è ancora più gustoso vincere passando attraverso le difficoltà».

Il primo anno, interrotto dal lockdown, in C il Monza stravinse. «Giocai tutte le partite da titolare, ma poi la B è davvero un’altra cosa. L’anno scorso ci fermammo ai playoff, quest’anno ce la siamo sudata fino all’ultimo. E ne siamo ancora più orgogliosi, perché i distacchi quest’anno erano veramente minimi. Potevano salire in tante».

Il rapporto di Lamanna con Como, e indirettamente con il Como, è sempre proseguito. Anche quest’anno, «sono amico di Scaglia, Gliozzi e Vignali, mi hanno chiesto consigli quando sono venuti qui, e anche tramite loro ho seguito per tutto l’anno il campionato del Como. Una stagione bella, con un allenatore come Gattuso che non ho mai avuto modo di incrociare nei miei anni comaschi, ma di cui tante persone che conosco mi hanno parlato molto bene. Credo che avere un allenatore così legato all’ambiente e alla sua squadra sia davvero un valore aggiunto che pochi possono permettersi di avere».

C’è anche un’analogia sul fatto che Como e Monza siano le società attualmente con il maggior potenziale economico. «E difatti sono contento che a Como dopo tante difficoltà ci sia finalmente un progetto vero, solido. A cominciare dal nuovo centro sportivo, anche il Monza mette il potenziamento del centro tra le cose più importanti, fondamentali. A livello sentimentale, soffro nel pensare che non ci sia più Orsenigo: per me, che ci sono stato da bambino, è una specie di santuario. Soffro quando passo di lì e lo vedo inutilizzato, pur avendo girato tanto per me resta uno dei centri più belli che abbia mai visto».

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