Un Ambrosino d’oro: «Giocare di più? Se lo merito»

Il personaggio Mi manca un po’ di minutaggio, ma evidentemente è colpa mia. Io lavoro per migliorare e convincere l’allenatore a darmi più spazio

Un bravo ragazzo. Che vive queste stagioni in rampa di lancio senza pretese e cercando di dare il massimo. Giuseppe Ambrosino è una piccola pepita d’oro. I giochi di parole si sprecano: Ambrosino d’oro? L’oro di Napoli? Lui non ci bada. Nel girone di andata è stato impiegato poco a Como? Vorrà dire che si impegnerà ancora di più per avere più chance. Quando è entrato in campo, pur nei pochi minuti in cui è stato impiegato, ha fatto vedere tocchi da campione. A Napoli, società nella quale gioca da quando aveva nove anni, lo considerano un predestinato, la stampa partenopea lo segue sui siti passo passo. Ma lui non si è montato la testa, anzi. Aspetta il suo turno. Forte di due gol segnati anche nella Nazionale Under 20. Due passi sul campo di Mozzate insieme a lui per conoscerlo meglio.

Ciao Giuseppe. Come va?

Tutto bene. A parte un dolorino al ginocchio da valutare.

Sei contento del tuo girone di andata?

Sono contento di essere a Como, qui è tutto bello. La città, i compagni... Tutto bene.

Sì, però la gente vorrebbe vederti più in campo.

Mi manca un po’ di minutaggio, ma evidentemente è colpa mia. Io lavoro per migliorare e convincere l’allenatore a darmi più spazio. Non so cosa voglia fare il Napoli ma io ho detto loro che a Como mi trovo benissimo.

Longo ha detto: Giuseppe deve imparare a lavorare anche in copertura.

Vero. Ci sto lavorando. Seguo i consigli del mister e cerco di dare quello che mi chiede.

Quando sei entrato a Palermo, in una manciata di minuti, due tocchi da campione e hai messo due compagni in condizione di battere a rete.

Quel giorno ce l’ho nel cuore perché è stato il mio esordio nei professionisti. Nel Napoli non ho mai giocato una gara ufficiale. L’esordio è una cosa importante, indimenticabile.

Ok, ma in pochi minuti ha fatto vedere chi sei...

Sì, sono stato contento anche della prestazione.

Poi Terni: il gol.

Porca miseria, non ho nemmeno potuto esultare perché non mi ero reso conto di aver fatto gol. Da dove ho calciato non si riusciva a capire se la palla fosse entrata. Però è stata una bella soddisfazione a... scoppio ritardato.

Tua mamma, per quel gol, ha postato una scena diventata virale: l’esultanza sfrenata davanti alla tv.

Non è la prima volta. Lo ha fatto anche l’anno scorso per un mio gol al Milan nel campionato Primavera. E’ stata mia sorella a riprenderla, fa sempre così.

La cosa ti imbarazza o ti piace?

E’ una cosa piacevole, per me. Si vede quanto ci tiene, quanto mi vuole bene. Fa piacere, dai. Bello.

Tuo papà invece ha scritto un post in cui dice di essere stato duro nei tuoi confronti, ma che è orgogliosissimo di te.

Papà è più appassionato di calcio, tifoso del Napoli. Lui mi dà consigli, mi sprona se le cose non vanno ma anche lui è molto affettuoso.

Italia Under 20 con due gol, il Napoli, il Como. L’azzurrro nel destino.

Vero. Evidentemente è il mio colore. Anche nell’Under mi trovo bene con il mister e i compagni.

Possiamo dire che speri in un minutaggio più ampio?

Che lo spero, sì. Ma non altro. Voglio ciò che merito. Con il mister c’è un bel rapporto.

Si è detto che a inizio stagione fisicamente eri un po’ giù.

Può darsi, a inizio stagione è un po’ così, anche se arrivavo dal Napoli , mica da una vacanza. Adesso però sono in forma.

Hai scritto che il tuo gol al San Paolo nell’amichevole con la Juve Stabia non lo dimenticherai mai.

C’erano 50mila spettatori, quando ho segnato il boato mi ha rintronato, per tre minuti mi sono fischiate le orecchie.

Di dove sei?

Di Procida, l’isola. Ho iniziato lì, poi a 9 anni sono passato al Napoli. Un’oretta di viaggio, traghetto e auto, tutti i giorni. Con papà.

I tuoi idoli?

Higuain e Mertens. Con quest’ultimo mi sono anche allenato.

Hobby?

Nulla di che: gioco alla play, ora c’è qui la mia ragazza e mi piace girare per il centro. Città bellissima.

Sogno?

Magari un gol al Sinigaglia, sarebbe bello. Intanto lavoro sodo.

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