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Sabato 28 Marzo 2020
Vivaio fermo definitivamente
«Ma lavoriamo lo stesso»
«Non c’è nessuna ufficialità su una sospensione definitiva, ma crediamo che sarà così. Per i ragazzi non ha senso parlare di partite in estate»
Per i grandi, per i professionisti della prima squadra, la curiosità è se riprenderà o meno il campionato. Alle loro spalle, però, c’è tutto il mondo dei ragazzi dei settori giovanili. Che hanno interrotto la loro stagione in maniera pressochè definitiva.
Nessuno si pone certamente il problema di assegnare i titoli giovanili, il punto per loro è un altro. È l’interruzione di un percorso di crescita e di formazione, mesi importanti di lavoro, che per un ragazzo valgono oro.
I ragazzi del vivaio del Como quest’anno sono più di un centinaio, suddivisi in cinque squadre. Ed è una stagione importante, di ricostruzione e di partenza dopo l’arrivo della nuova società, sotto la supervisione di Giancarlo Centi, che spiega che «non c’è nessuna ufficialità su una sospensione definitiva, ma crediamo che sarà così. Per i ragazzi non ha senso parlare di prolungamento durante l’estate, poi hanno anche l’impegno della scuola, qualcuno di loro avrà gli esami», insomma si rischia davvero di non rivedersi sino a dopo le vacanze.
Ma Centi non si dispera, non lo considera un anno perso. Perchè anche per i ragazzi, così come per la prima squadra, «il rapporto tra loro e gli allenatori è continuo. Anche ai nostri giovani vengono proposti esercizi di allenamento, di lavoro atletico e anche con la palla da fare a casa, palleggiano, calciano, in giardino, o dove possono farlo. Ma non c’è solo questo».
Le iniziative che tengono insieme i ragazzi con compagni e staff sono tante, «e molto divertenti. Gli spunti, gli input arrivano dagli allenatori, e con la loro fantasia i ragazzi realizzano video originali, simpatici, anche questo è farli crescere e per noi è un modo interessante per valutare la loro personalità e la loro maturazione. Tutto lo staff del nostro vivaio sta lavorando anche in questo periodo».
«Fortunatamente i sei-sette mesi di lavoro che abbiamo già effettuato ci hanno comunque consentito di fare già le nostre valutazioni, non solo per quanto riguarda i ragazzi ma anche sulle questioni logistiche, sulle possibili criticità, sulle necessità».
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